La vita davanti a sé

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La vita davanti a sé

Film ispirato all'omonimo romanzo di Romain Gary. Bari. Momò è un bambino che viene cresciuto da Madame Rosa, un'anziana signora che si occupa dei figli che le prostitute non riescono a mantenere. Ma la storia di Momò è particolare: è un bimbo musulmano e sulle sue origini grava il più fitto mistero. Nonostante questo, ogni mese, Madame Rosa riceve un regolare pagamento per prendersi cura del ragazzino.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: La vita davanti a sé
Attori principali: Sophia Loren, Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Diego Iosif Pirvu, Massimiliano Rossi, Abril Zamora, Babak Karimi, Malich Cissé, Simone Surico, Nicola Valenzano, Francesco Cassano

Regia: Edoardo Ponti
Sceneggiatura/Autore: Ugo Chiti, Edoardo Ponti, Fabio Natale
Colonna sonora: Gabriel Yared
Fotografia: Angus Hudson
Produttore: Nicola Serra, Carlo Degli Esposti, Patrizia Massa, Lynda Weinman, Regina K. Scully, Edoardo Ponti, Guendalina Ponti, Esmeralda Swartz, David Paradice, Geralyn White Dreyfous, Jamie Wolf
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 94 minuti

Dove vedere in streaming La vita davanti a sé

Meno di quello che si dice / 25 Gennaio 2021 in La vita davanti a sé

Film costruito sui propri production values e che campa di sola pubblicità. Altrimenti insopportabile per l’inesperienza dei bambini e la banalità dei dialoghi. E per Sophia Loren.

Sophia Loren è totalmente sconnessa dal suo personaggio, più impegnata a dare un’immagine di affabilità campana che di una prostituta sopravvissuta a Auschwitz. Rivendica la padronanza della scena ma dimentica la versatilità (l’ha mai avuta? ammetto la mia ignoranza) delle veterane che vorrebbe imitare.

Quanto alla questione Oscar: sarebbe scandaloso se arrivasse alla nomination. Quindi è praticamente ovvio che vincerà il Golden Globe.

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Convenzionale, ma gradevole / 24 Novembre 2020 in La vita davanti a sé

Il nuovo film di Edoardo Ponti, La vita davanti a sé, nuovo film originale Netflix, è un film abbastanza convenzionale e prevedibile che si puntella su emozioni elementari, in primis la rabbia, ma che, dalla sua parte, ha una buona caratterizzazione d’ambiente, curata dagli scenografi Maurizio di Clemente e Maurizio Sabatini, e bravi attori.

Sophia Loren è tornata in scena, ottantaseienne, per il figlio Edoardo, a 6 anni dal cortometraggio La voce umana (2014), diretto sempre da Ponti.
La sua prova è di mestiere e d’affetto: il ruolo di Madame Rosa le calza bene addosso, perché la Loren conserva ancora quella ancestrale “presenza” femminile, materna e matriarcale, che ha contraddistinto i suoi migliori personaggi, e Ponti le regala un ruolo (forse, l’ultimo, vista l’età?) significativo perfettamente inscritto nella filmografia della Loren.
Menzione anche per il giovanissimo protagonista, Ibrahima Gueye (Momò).

Non ho letto il romanzo di Romain Gary da cui è tratto il film, ma la sceneggiatura di Ponti e Ugo Chiti, pur estremamente lineare, non mi è dispiaciuta, nella sua essenziale positività.
Bella la fotografia carezzevole di Angus Hudson. Non conosco la città di Bari, dove è stato girato il film, ma mi piace come è stata rappresentata, senza particolari georiferimenti, lasciando che siano architettura e aria a definire spazi e carattere del luogo.

Nei titoli di coda, si specifica che il film è stato girato durante la pandemia da coronavirus COVID-19: immagino che gli sforzi sul set per rispettare la normativa sanitaria siano stati molti e complicati. Eppure, la “confezione” del film non sembra averne risentito (ovviamente, ignoro se, sul set, ci siano stati problemi relativi a una eventuale diffusione del contagio). Insomma, plauso alla produzione per non aver fatto “pesare” sul risultato finale eventuali deficit legati a quanto sopra.

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Un po’ banale. / 23 Novembre 2020 in La vita davanti a sé

Mi aspettavo di più da una Sophia Loren che aveva sto film nel cuore da tanto… eppure la pellicola và, così come una storia raccontata in modo piatto e amorfo, senza scosse in particolari.
Troppe idee, troppa carne al fuoco che si brucia subito.
Storie quotidiane come molte altre, come anche gia viste, e non mi hanno regalato nessuna soddisfazione.
Giusto per la grande Loren do 5.
Ma nell’insieme del film ero più propenso per il 4.

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