12 Giugno 2013
In barba a Cannes,non lo definirei un capolavoro. Ma è un film interessante, che è riuscito a non annoiarmi nonostante la durata spropositata (si pensi alle lunghissime scene di sesso, non però gratuite, anzi attorno alle quali l’intero film trova il proprio senso di liberazione) e lo stile che vuole farsi a tutti i costi puro narratore della vita, senza spettacolarizzazione. Kechiche entra nella vita della protagonista, con dei primissimi piani che ne accarezzano la pelle durante gli amplessi e si insinuano nella bocca che mastica. Il potere della parola – le parole astratte e inutili della filosofia o delle “belle arti” – è umiliato da quello degli sguardi e dei respiri: i dialoghi sembrano improvvisati, vogliono essere opprimentemente quotidiani, sono l’attimo soffocante che precede la liberazione dell’amplesso.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.