9 Ottobre 2013 in La Vallée

La Vallée.
Diretto da Barbet Schroeder
Colonna sonora curata dai Pink Floyd… ma non fatevi ingannare, si sentono molto poco.

Ripensando alla trama de “La Vallée” posso ritenermi solo deluso, ma l’ho trovato sufficiente dal punto di vista documentaristico. Se vi è piaciuta la trilogia “Qatsi” sappiate che questo non si avvicina nemmeno un po’ però ho trovato qualcosina di positivo nella parte ricerca interiore/viaggio nella selva oscura.
Veniamo alla trama ruotante attorno a Viviane.
Nonostante le sue pose da spirito bohémien e i trasgressivi progetti d’arte della tipa, Viviane resta e resterà sempre la moglie del console di Francia a Melbourne. E’ bella, è ricca, è annoiata, ha un negozio di alta modo in centro (a Parigi). Insomma è una giovane donna pretenziosa, una radical chic senza radical, che probabilmente è arrivata dove è arrivata per il suo spirito arrivista… e per spirito arrivista intendo “prostituzione legalizzata”, matrimoni combinati e via dicendo.
Nel bel mezzo del soggiorno in Nuova Guinea questa zoc*ola altolocata, siccome esporta oggetti rari ed esotici, si concede ad un baldo giovane munito di piume tanto rare quanto esotiche.
Il giovane è membro di un gruppo di alternativi (all’epoca li chiamavamo Hippies cit. Clint Eastwood) vestiti come Crocodile Dundee.
Si riveleranno dei figli di papà scappati dalla “civiltà” al galoppo di una jeep (simbolo della società consumistica e della crisi di mezza età ma va bè).
Questi praticano il libero amore, il comunismo primitivo, la ricerca del Nirvana insomma elementi insiti di tutti i giovani figli di papà che si ritrovano in Nuova Guinea perché uno dei 5 ha ereditato una grossa somma di denaro dallo zio con la Fabbrichetta. Quindi comincia finalmente la parte degna di nota, la parte documentaristica passando da un ambiente mediamente urbanizzato
a uno selvaggio fino a giungere a quella che è (dal titolo) la valle, una zona leggendaria ed inesplorata. Questa non compare in nessuna mappa, perché è costantemente coperta di nuvole.
Le immagini suggestive paesaggistiche e le scene dedicate agli usi e costumi delle tribù che incontrano ci fanno fare una domanda:
non bastava dirigere un buon documentario senza buttarci la storia romantica fra Mr.Dundee e la bottanona d’alto bordo ?
L’unica cosa positiva della trama è la rivelazione di uno dei ragazzi durante l’incontro di una tribù indigena Mapuga. Oliviere (l’incrocio fra Kinski e Dundee) fa notare a Viviane come vi sia una differenza fra loro e la tribù.
Non hanno trovato la verità
Stanno mentendo, sono dei turisti.
Qui le donne sono ancora più sfruttate.
Tra i Kombugas la società si basa su regole ancora più severe della società Occidentale. I nostri stanno cercando di infrangere le regole della società Occidentale entrando in collisione con regole ancor più severe. Come possono pensare a relazioni forti fra il gruppo europeo che cerca di abolire le restrizioni sociali e loro, tribù chiusa, che vivono nel terrore, nel rispetto dei tabù ?
Ballano ? Non è per piacere.
Obbediscono a qualcosa, danzano sui morti, danzano in un cimitero.

I nostri, cercano la pace ma alla tribù non importa.
Non possiamo sfuggire al nostro passato come loro non possono sfuggire al proprio.
Dei turisti, il gruppo è solo un team di turisti.
E Viviane alle sue parole risponde con un “godiamoci la festa, sei proprio come mio marito”.

Note
Il film non termina ancora.

DonMax

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