Bruttino. / 12 Novembre 2020 in La terra dei morti viventi
Qualche scena decente c’è, ma c’è troppo “militarismo” e il film risulta una guerra al potere.
Un po’ come il precedente, ma più moderno.
Bocciato.
4

Qualche scena decente c’è, ma c’è troppo “militarismo” e il film risulta una guerra al potere.
Un po’ come il precedente, ma più moderno.
Bocciato.
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UUUHHHHH… ma che piccola meraviglia ancora tira fuori dal cappello Romero, George, ‘bastanza vecchio, praticamente l’inventore del genere zombie al cinema. E questo in effetti è un incrocio tra i suoi zombie, tra il miglior Carpenter, che è quello con Kurt Russell (voglio dire, mica Tarantino aveva scritturato Kurt Russell a caso) e i post-atomici anni ’80.
Signora cara, i film così credevo non si facessero più! *_*
Ci sono persino Dennis Hopper, a impersonare il male (no, il denaro è il male, non gli zombie, asini:P) e, udite udite, Asia Argento. Che, porco zeta, piace a tutti i più dritti del cinema everywhere (non so, Romero, Abel Ferrara), per cui qualche qualità ce l’avrà (la frase del missile in testa al post ovviamente è sua, da un donnino così che ti puoi aspettare?).
Gli umani sopravvissuti agli zombie vivono fortificati nell’ultima città rimasta in piedi, divisi in una classe di padroni adagiati nel loro lusso e una di poveracci che muoiono di fame. Gli zombie non sono che un fattore esterno, come potrebbe essere una tempesta. E, guidati da un compagno zombie, non a caso nero e con la tuta blu da operaio, stanno imparando a usare armi e barche ecc.
Romero firma, come al solito, un film dove la lotta di classe si intravede tra le interiora degli umanoidi squartati e inghiottiti, con una trama che fila diritta e senza un ca**o di ghiri-gori (come si scrive?), personaggi ADO-RA-BI-LI tanto sono idioti o caratterizzati (cioè, ma il samoano ciccione dove lo vogliamo mettere? O l’idiota mono-occhio? O il protagonista sfigato? O Asia, o il portoricano spaccone che alla fine sceglie di essere zombie?), nessuno dei quali riserva mai alcuna sorpresa. Come dire, tutto è già scritto, però è scritto molto bene.
Non so se mi spiego mumble… se uno deve morire… PAM, muore, subito, e si passa al successivo. Che mica abbiamo tempo da perdere. Abbiamo un sistema capitalistico da abbattere, noi.
La realtà è che di frasi da citare ce ne sarebbero a manetta.
Boh, alla fine il samoano, con il dialogo mentre cercano di far partire una macchina collegando i cavi, vince:
Pillsbury: Yellow to red!
Motown: What the fuck does a Samoan know about hot-wiring a fucking car?
Pillsbury: 50,000 cars stolen in Samoa every year.
Motown: Well, a million in Detroit.
Pillsbury: Detroit has 50 million cars. Samoa, 50,000. Every one stolen.
Purtroppo mi sono perso i primi cinque minuti. Altro godibile film sui morti viventi di Romero con una sorta di critica alla società con la divisione tra ricchi e poveri. Qui troviamo il compianto Dennis Hopper, ricco industriale, che vive nel suo fantastico grattacielo all’interno della città dove i poveri sono costretti a vivere x la strada. Un gruppo di mercenari capitanati da The Mentalist (ovvero Simon Baker) spalleggiato dal medico legale di Csi New York (Robert Joy) girano tra gli zombie x procacciarsi i rifornimenti x i ricchi. Tra i mercenari, più interessato ai profitti e a “guadagnarsi” un posto sicuro nella città, troviamo anche John Leguizamo. Tra la gente salvata dai mercenari troviamo Asia Argento in uno dei suoi migliori ruoli a livello internazionale. Molte scene splatter e qualche particolare macabro ma anche un buon livello di azione ed emozioni. Bello il personaggio del Samoano (con alcune battute brevi ma efficaci). Un paio di riferimenti a Stephen King e una comparsata di Simon Pegg (l’attore di “L’alba dei morti dementi”).
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