Recensione su La solitudine dei numeri primi

/ 20105.3308 voti

Non Chiamiamola Recensione / 5 Marzo 2011 in La solitudine dei numeri primi

Visto in solitudine, con un particolare stato d’animo, fa sicuramente il suo effetto.
Sebbene la cortina fumogena di uno scadente lavoro italiano renda la visione più sofferta, è comunque una trasposizione particolare, ossessiva, degenerativa, di un regista che forse, lavorando su proprie sceneggiature, renderebbe di più, ma che ritrovandosi il libricino poco efficace di Giordano, non può di certo operare un miracolo.
Un su e giù di scene dall’aspetto un pò noir, vecchiotto, probabilmente realistico, e di scene di soffuso tepore, dove la parola è lasciata agli sguardi, alla pelle che sfiora altra pelle. Scena finale sospesa ed efficace. Deve dare il vuoto e dà il vuoto.
Scelte musicali pessime, terribili, catastrofiche, disgustose e chi più ne ha più ne metta. Probabilmente la peggior colonna sonora di un film mai realizzata.
Buona parte del film è resa dal regista come un horror un pò retrò, ricco di suspance… ma di cosa?
Ha sicuramente fatto del romanzo di Giordano, discutibile per l’amore del cielo, una lettura personale ma cinematograficamente rischiosa per un pubblico che già amava il libro per la natura psicologica e morale piuttosto che quella thriller.
In più ha avuto sicuramente il peggior Trailer Cinematografico dell’Anno.
Davvero una occasione persa.
Ma, riconciliandomi con l’inizio di questa pseudo-recensione, visto da soli, con un particolare stato d’animo su cui non voglio dilungarmi, è estremamente efficace.
Svuota.

Lascia un commento