Un horror che non è un horror / 25 Maggio 2019 in La solitudine dei numeri primi
La narrazione, a volte, sembra latitare un po’, non aiutata dal fatto che il film vada continuamente avanti e indietro, facendo vedere i personaggi da bambini, da adolescenti e da adulti in maniera mischiata.
Sembra che in due ore non riesci ad affezionarti a nessuno, perché i personaggi li vedi sempre in età diverse e perché il film sembra che salti parti importanti della storia, con una struttura ellittica che spiazza.
Ma tutto questo che ho scritto fino ad ora, che pure sembra descrivere un grosso disastro, non inficia per niente la riuscita del film, perché la sua forza sta tutta in un’atmosfera incredibile. Un’atmosfera horror che non ti aspetteresti e che avvolge.
Di Costanzo ho visto questo film, L’amica geniale e Hungry Hearts e, nonostante nessuno dei tre sia un’opera horror, tutt’e tre sono girati come se lo fossero, e trovano la loro forza in questo particolare (l’amica geniale meno, ma comunque ha alcune scene così, soprattutto nei primi due episodi: i più riusciti).