Recensione su La scuola cattolica

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La Scuola Cattolica fa Schifo / 23 Gennaio 2023 in La scuola cattolica

Per fare un film del genere, citando Boris, su un fatto di cronaca così noto, o fai l’impepata di Cozze, o fai il film alla Michael Moore. O fai il documentario. O scrivi una storia partendo da un libro che è più una profonda analisi senza trama.
L’impepata di cozze sarebbe un film allusivo e metaforico da spacciare come storia universale. Ossia questo film.
L’idea era anche intrigante, ossia quella di ricostruire l’ambiente di mascolinità tossica che aveva generato il massacro del Circeo. L’idea di spiegare che il massacro del Circeo non era solo l’opera di tre maniaci, ma il prodotto di una società e di una mentalità.

Peccato che il film sia sbagliato in tutto.
Nel protagonista alter-ego di Edoardo Albinati, insipido con il suo voice-over totalmente sbagliato.
Nei suoi co-protagonisti. Riccardo Scamarcio era antipatico già in “Tre metri sopra il cielo” ed è diventato più antipatico di film in film. Il suo personaggio è un padre violento e cattivo, che genera un mostro. Molto banale e scontato.
Non è pervenuta la funzionalità del personaggio di Jasmine Trinca, che pare essere attratta dai ragazzini e che fortunatamente parla poco. Il ruolo della milf le sta proprio male, perché non dimostra gli anni che ha e perché non ha una sensualità chissà quanto torbida. Unica attrice adulta che mi è piaciuta è la divina Valentina Cervi, ma lei potrebbe interpretare anche Batman e sarebbe comunque la scelta giusta, cit.

Poi non ho capito tutto l’episodio della ragazzina che scopre la sua sessualità, scopa con un ragazzo perché le va, e di conseguenza il fratello muore. Mi ha ricordato il prologo allucinante di Antichrist di Lars Von Trier. Se mamma e papà fanno l’amore, il bambino muore. Grazie Lars per questo insegnamento, ne farò tesoro.

Questa cosa è molto grave perché dovresti rappresentare la sessualità femminile come una sessualità che andava ad affermarsi in quegli anni, dopo anni di frustrazione dovuta alla cultura cattolica. Dovresti rappresentarmi quindi l’emancipazione senza colpevolezza, da parte della donna, e dall’altra un massacro dove la sessualità diventa un’arma di dominio priva di ogni gioia. Per colpa del maschio che dominava quegli anni.
Le uniche sessualità femminili rappresentate qui sono quelle di una ragazzina che fa sesso e viene punita divinamente con la morte del fratello. E dall’altra parte quella di una madre che madre non sembra con tendenze pedofile, che si fa ovviamente scoprire lasciando la porta aperta.
Cioè mi sembrava di essere tornata la fiction “I Liceali”.

Angelo Izzo, uno dei tre artefici del massacro, è l’unico attore che mi è piaciuto assieme alla ragazza che faceva l’autostop, “Nadia”. Il problema è che non puoi farmi un maniaco così sexy. E’ un errore. Puoi farlo affascinante, come Hannibal Lecter. Ma farlo sexy è sbagliato.
Anche nel massacro, ci ho visto ben poca abilità nel saper inquadrare i corpi e farci vedere attraverso quei corpi l’abuso perpetrato.
Il cuore del film poi secondo me stava nelle due feste parallele. Dove due ragazze seguono dei ragazzi, in due situazioni diverse. Il parallelismo tra uomo che diventa bestia e uomo che non lo sarà mai.
Di come non ci sia colpa nelle ragazze che cercano di divertirsi, e che si fanno rimorchiare. Che cantano Touch Me del Rocky Horror Picture Show. Mentre qui il messaggio che passa alla fine è che se freni la sessualità di qualcuno, quello diventa un maniaco. Anche se non è così semplice la cosa.

Un ‘altra cosa che mi da fastidio è che non sia stato fatto capire che i tre massacratori del Circeo erano ricchi e relativamente potenti, mentre le due ragazze no. Di come l’abuso fosse anche su una classe sociale inferiore. Soprattutto non è stato fatto capire che i tre erano neofascisti, perché non sia mai che si rappresenta un fascista su un film italiano. Quando credo che fosse un tassello fondamentale, visto che l’uomo violento che opprime la donna, si sposa molto bene con l’ideologia fascista. Questa cosa è stata l’ultima goccia imperdonabile. Su un film che dovrebbe parlare di stupro e di donne come persone. Dovrebbe parlare di maschi malati e mal educati. Dovrebbe parlare di una cosa così grande con una sensibilità che non ha. Cosa riesce a fare?
A fare schifo. Quello gli è riuscito a meraviglia.

3 commenti

  1. Stefania / 27 Gennaio 2023

    Sono d’accordo con molte delle tue considerazioni, in particolare sull’incapacità oggettiva di questo film tratteggiare un contesto coerente con i propri obiettivi, sulla mancata esplicitazione dell’umiliazione “di classe” e sulla presenza di elementi poco comprensibili sia ai fini della narrazione cinematografica che della riflessione sul tema.

    Invece, dissento sul fatto che Angelo Izzo sia rappresentato in modo “sexy”, perché ho trovato che l’interpretazione di Luca Vergoni sia decisamente votata all’imitazione fisica (vedi, quando strabuzza platealmente gli occhi per far somigliare il più possibile i suoi a quelli di Izzo, per esempio). La sensualità non l’ho proprio vista e, quindi, nei confronti del personaggio (e un po’ anche della sua caratterizzazione), ho provato solo repulsione e irritazione. Non era un ruolo semplice da affrontare, eh.
    Ma in questo caso siamo sul piano della soggettività, direi.

    • Alicia / 31 Gennaio 2023

      Sì c’era tanto da dire ed è stato detto tutto male (come nel libro eh, che secondo me è un po’ un mappazzone di roba.

      Riguardo Izzo. Intendo troppo sexy non come uomo, ma come personaggio, cioè viene presentato con troppo fascino quando in realtà era solo un maniaco viziato.

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