Una questione di onore / 2 Luglio 2019 in La ragazza con la pistola

Nel 1968 la legislazione italiana era ancora lontana dall’abrogazione del delitto d’onore, legge per cui “vi fate al massimo due o tre anni di prigione onorata, l’offesa è riparata e l’onore è riacquistato”. Ma non ovunque era così, e Monicelli ce lo dimostra ampiamente con un incontro-scontro tra progresso e regresso.

Assunta è una bella siciliana, costretta ad arrivare fino al Regno Unito per risanare il buon nome della famiglia. Fedele alle sue convenzioni e convinzioni, è costretta a confrontarsi con il modus vivendi di una società inammissibilmente progressista, ritrovandosi del tutto fuori contesto in un ambiente per lei assurdo, dove le persone sembrano aver perso la concezione di onore e di come difenderlo. Con i suoi vestiti da vedova a lutto, la siciliana è letteralmente un puntino nero in un mondo di colori accesi, un mondo in cui addirittura si può divorziare, e perlopiù in modo pacifico, senza coltelli né pistole. E non è finita qui, perché in questo mondo capovolto, le donne (“tutte bottane”) non prendono le dovute distanze dagli uomini. Ad aggravare il tutto è l’esistenza dei “finocchi”, ma per quanto questo mondo possa essere aperto e moderno, essi sono ancora tenuti a nascondersi e a cercare coperture. Gli schemi di Assunta, basati sul principio d’onore, sono messi in crisi e non funzionano in una realtà così distante dal suo paesino di un’Italia più lontana che mai, non solo fisicamente, ma soprattutto culturalmente e mentalmente. Forse il Regno Unito non è altro che la rappresentazione di un’Italia futuristica, ma per ogni passo avanti compiuto dal Bel Paese, gli inglesi sapranno farne due, definendo uno scarto irrecuperabile e che tutt’oggi esiste.
Quel che mi ha lasciato perplesso è l’evoluzione estremizzata di Assunta, che, congiuntamente a una terribile gestione della questione linguistica, per qualche minuto fa scomparire totalmente il personaggio interpretato, lasciando il posto sullo schermo alla sua interprete Monica Vitti, che sembra fare quasi un cameo con la sua classica acconciatura e un italiano dalla cadenza elegantemente impeccabile.

Nota di merito ad alcune fantastiche inquadrature e alla recitazione della Vitti, così scontatamente brava.

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