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La promessa dell'assassino

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Sangue e sauna / 6 Giugno 2016 in La promessa dell'assassino

L’impressionante prova fisica di Mortensen nella celebre sequenza del bagno turco rimane il pezzo forte di un film violento ma non cupo, crudo senza sparare un solo colpo, un mafia movie abbastanza canonico con qualche sbandata nella sceneggiatura. Non mancano le caratteristiche efferatezze cronenberghiane (se c’è da mostrare un dettaglio raccapricciante, stai sicuro che lo inquadra senza staccare, niente falsi pudori), ma non manca neppure qualche infiocchettatura tipica del più banale story-telling americano. Granitico Viggo Mortensen, Cassel è sempre un po’ troppo sopra le righe.

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Scazzottata / 5 Febbraio 2013 in La promessa dell'assassino

Durante la proiezione, vista la scena della colluttazione nel bagno turco, mi son detto: sì, eccola, questa sarà una “scena cult”. Così è stato. Non perché io sia particolarmente acuto, ma è chiaro, limpido… Quella non è una scazzottata come altre. È una di quelle sequenze che fanno la differenza, che restano, che fanno cinema.

3 Giugno 2011 in La promessa dell'assassino

E’ un bel film, ma preferivo a History of violence. E’ migliore questo dal punto di vista delle riprese, sia per le inquadrature riservate ai corpi, che sono classici e classicamente ripresi, Cronenberg è sempre controcorrente, sia per un insistito studio dei colori, il film mi sembra metallico. Ma appunto la sceneggiatura è davvero approssimativa in più punti.
A me è sembrato un omaggio rivisto e corretto all’oggi del padrino di Coppola, ossia senza la liturgia e il fascino che emana quel personaggio, ma con l’aggiornamento della violenza, della brutalità che sembrano oggettivamente infinite.
Armin Muller Sthal mi sembra che sia costruito con quell’immaginario, il capo anziano, ripreso nel suo regno innocuo (c’è il dominio della sua presenza nel locale che è indiretta ma imperiosa e lui esce solo una volta da quel luogo, tutti vengono a lui), dominus equilibrato, fra cene di famiglia infinite, con la discendenza pulita da mostrare e coccolare, padre padrone, con un figlio instabile, incapace e inadatto. Solo che non c’è un filo d’etica, anzi, egli è direttamente, carnalmente coinvolto nella turpitudine dei suoi affari, perchè appunto per Cronenberg il corpo è tutto.
E la ovvia e grossa differenza fra i due (a parte il livello qualitativo) è la costruzione della figura di Sthal, che mi sembra la spoliazione del mito. Brando era puro fascino, una figura che mette soggezione, ma che è sicuramente ambigua, ammettiamolo.
In Cronenberg il padrino non ha aura, o meglio ce l’ha, il potere illimitato, la capacità di manipolare le persone, l’indiscussa potenza famigliare, il linguaggio, ma contemporaneamente ne viene privato, si rompe il giocattolo, è più abietto del figlio, perchè consapevole pienamente, è corrotto e sommerso dai suoi traffici in prima persona, ne è partecipe non solo moralmente, ma con tutto il suo corpo.

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12 Maggio 2011 in La promessa dell'assassino

Visto in dvd. Buon film che si sofferma sulla mafia russa a Londra (anche se, a parte un paio di scene, la città non è così importante). Viggo Mortensen è bravissimo, impassibile e perfettamente calato nei panni dell’autista con ambizioni di potere. Splendida Naomi Watts che si fa coinvolgere da un caso sul lavoro e iniziando a indagare finisce nei guai x essersi immischiata un pò troppo. Il “solito” bastardo Vincent Cassel con il padre più impassibile Armin Mueller-Stahl. Cronenberg è come se avesse aperto una finestra sulla vita di questi personaggi e con la chiusura del film chiude la finestra, lasciando qualche interrogativo (sul passato e sul futuro della gente coinvolta).

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