Uxoricida o vedovo? / 26 Febbraio 2014 in Ho ucciso mia moglie

Commedia nera strepitosa.
Guitry sfrutta la cornice paesanotta per trattare una miriade di temi con una grande arguzia ed un gusto (in questo caso) invidiabilmente d’Oltralpe: la passività esistenziale, la razionalità vincente sull’istinto (e, contemporaneamente, l’istinto paradossalmente calmierato da una folle razionalità), la sobria varietà dei punti di vista vengono messi in scena in un contesto popolare solo per risultare più intriganti ed abbordabili, ma gli argomenti, ne converrete, sono quantomai complessi.

Affidandosi ad uno splendido Michel Simon (che, come avrà a sottolineare lo stesso Guitry nella gustosa introduzione al film, è portatore di un’Arte drammaturgica acquisibile solo per via indiretta: egli non è un Maestro, ma un Esempio), la farsa assume toni grotteschi via via sempre più apertamente comici, fino all’apoteosi finale, in cui le sequenze del tribunale reale e di quello allestito dai bambini si sovrappongono in una felice ed efficace simbiosi che, nella sua illogicità, è -in conclusione- assolutamente pertinente.

Un pressoché invisibile (ma riconoscibile) Louis de Funès figura tra le comparse di Rémonville.

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