Recensione su La pazza gioia

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Impatto con un tir pieno di altalene emotive / 23 Maggio 2016 in La pazza gioia

Virzì dirige con mano capace una coppia di attrici che per predisposizione fisica e interpretativa veste con grande bravura i difficili ruoli assegnati, dando vita ad un film che sbatacchia ripetutamente lo spettatore tra il pianto e il sorriso, investendolo -letteralmente- con un tir di altalene emotive: non indulge nel pietismo, ma mette in scena con onestà drammi umani affatto infrequenti, riassumendo nelle vicende di Beatrice (la Bruni Tedeschi) e Donatella (la Ramazzotti) non solo le difficoltà di individui afflitti da problemi psicologici, ma, soprattutto, di esseri umani sfruttati ed offesi in molte maniere da chiunque, negli anni, abbia ritenuto fosse in suo potere farlo.
Le due donne “ribelli” non sono accomunate solo dal sesso di appartenenza e dal disagio psicologico, ma soprattutto dal fatto di essere creature incomprese e di essere state ripetutamente violentate intimamente: genitori assenti o distratti in primis, compagni profittatori in saecundis, burocrazia rigida ad libitum.

Nonostante alcune imperfezioni (per esempio, la scena sulla spiaggia è, a mio parere, estremamente dolce ma troppo didascalica) la pellicola fila come un treno, appagando il desiderio di buon cinema (italiano, che non guasta affatto), grazie anche ad un buon supporto tecnico, come la fotografia di Radovic.

10 commenti

  1. paolodelventosoest / 28 Marzo 2017

    La sto prendendo larga e molto comoda, con Virzì 🙂 Ripercorro con gran piacere la sua coloratissima filmografia, e fra un po’ mi confronterò con questo suo titolo che mi incuriosisce non poco. Secondo me è un grande regista, sono contento che abbia portato a casa il David!

    • Stefania / 28 Marzo 2017

      @paolodelventosoest: generalmente, amo molto il cinema di Virzì 🙂 Dei suoi migliori film, apprezzo la capacità di tenere in bilico lo spettatore tra la lacrima e il sorriso e, in questo senso, penso che sia il miglior erede in circolazione della vecchia commedia all’italiana, quella di Risi, Monicelli, Scola e di tutti i grandi cineasti dell’epoca.

  2. paolodelventosoest / 28 Marzo 2017

    Lo penso anche io ma dobbiamo dirlo a bassa voce, immagina quanti potrebbero saltare dalla sedia a sentir questo 😀

    • Stefania / 28 Marzo 2017

      @paolodelventosoest: 😀 uh, lo so, ho già visto saltare sulle sedie diverse persone, come se si trattasse di chissà quale blasfemia, come se una rilettura/aggiornamento del genere non possa essere praticato. Ovvio, ci sono debite differenze e proporzioni da valutare.

  3. paolodelventosoest / 31 Marzo 2017

    L’ho visto stasera e sto galleggiando in un fiume di lacrime. Emoziona veramente di brutto.
    Poi si potrebbe anche obiettare che la Bruni Tedeschi si lascia andare un po’ la mano, che Virzì si poteva risparmiare la scena in spiaggia che ricalca i peggiori cliché drammatici hollywoodiani… Ma i film talvolta sono fatti così, hanno piccoli grandi difetti ma un cuore grande, grandissimo; questo è un bellissimo guanto di sfida alla stolida mentalità da OPG nonchè un inno alla psichiatria umana, figlia di Basaglia, che si sta disgraziatamente sgretolando col tempo… E poi la Ramazzotti qui è davvero eccezionale, da brividi.

  4. Mrs Pignon / 26 Gennaio 2018

    @Stefania dico subito che a me Virzì non è mai piaciuto o meglio non sono un suo estimatore e quindi ogni mio giudizio è intriso di pregiudizi!!
    Ho oggettivamente La Pazza Gioia è un film gradevole , molte citazioni lunga la via della pellicola, le attrici si brave e capaci…ma non mi sono emozionato più di tanto, non sò sarà che Virzì mi sta qua sul gargarozzo 😉
    Do 7 perché c’è di molto peggio nel cinema italiano 😀

    • Stefania / 26 Gennaio 2018

      @zaitochi: eh, di solito con me Virzì spinge i bottoni (emotivi) giusti. Adesso, vorrei vedere The Leisure Seeker: non so bene cosa aspettarmi.

      • Mrs Pignon / 26 Gennaio 2018

        @Stefania cosa puoi aspettarti, un classico film di Virzì, ormai ha preso la mano ad un certo cinema. Ha un certo manierismo , ha scelto due grandi attori, dallo stile europeo ma capaci di rendere le pellicole internazionali, torna sui passi di Fellini scegliendo Sutherland, Helen Mirren dio la benedica che grande attrice.

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