5 Recensioni su

La passione

/ 20106.2100 voti

Questi si che sono film che mi piacciono. / 9 Febbraio 2017 in La passione

Film semplice, attori bravi, ironia e comicità su uno sfondo drammatico che assume forma di parodia.
Ottima la scelta di Guzzanti come attore non protagonista: la sua comicità avrebbe surclassato tutto il resto del film!
Mentre la scelta della Capotondi a recitare la parodia di se ha messo in luce una sua notevole umiltà professionale. Sono molto colpito. Film così ci vogliono ogni tanto fra tutta la marmaglia commerciale che si vede al cinema.

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23 Aprile 2014 in La passione

Con tanto rispetto per Mazzacurati (che, però, con l’esclusione de Il toro, finora, non mi ha mai incantata), mi domando come questo film abbia potuto conquistare la giuria di Venezia, al punto da candidarlo per il Leone d’Oro.

Benché ricchissimo di spunti, metafilmici, estetici, letterari e pittorici, questo titolo è impalpabile, irrisolto, ammicca e non conclude, abbozza e si spegne desolatamente, mordicchia ma non affonda i denti dove dovrebbe trovare maggior riscontro.

Pur bravi, neppure Battiston ed Orlando mi sono piaciuti particolarmente e Guzzanti, va beh, è talmente avulso dal resto…

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23 Dicembre 2012 in La passione

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo l’ho visto addirittura al cinema di Alessandria con mio padre e una, che mi è stato detto esser la farmacista. Sticazzi. In un cinema che una settimana dopo hanno chiuso perché pensano ci sia l’amianto o qualcosa di simile, bella scoperta, se ne sono accorti dopo che ci va tutta la città da 30 anni. Comunque non sottovalutare mai l’importanza del contesto, ecco.
É italiano, fa ridere, è da vedere anche se è meno bello del precedente film di Mazzacurati, che era La giusta distanza e che a me era garbato proprio assà.
C’è Silvio Orlando, a cui puoi mica dire che non è bravo, c’è Guzzanti che fa l’attore/presentatore del meteo mezzo matto, a cui puoi mica dire che non fa ridere praticamente ogni volta che parla, c’è la Sandrelli, cazzommmerda, ma ci dev’essere sempre per forza la Sandrelli? É una clausola nei contratti?
Dubois è un regista sfigato che non gira un film dal suo unico successo di cinque anni prima. Proprio quando il suo produttore gli da un’ultima chance viene costretto col ricatto a dedicarsi alla rappresentazione di una Passione del Cristo in un paesino sperduto della Toscana. Personaggi macchiettistici e piccoli e umili a pioggia, c’è la Smutniak a cui non puoi dire che non sia figa (oh, salutaci Pietr… splatch! Ah ops U_U Sì, che vuoi, il cattivo gusto impera) e quel ciccione che è Battiston, pure lui è dappertutto ma migliora sempre un po’. Con l’aiuto di tutti, e seppellendo Guzzanti sotto una croce vera da 100 kg, la rappresentazione è un successo, i nodi non si risolvono ma tutti si migliora e si impara qualcosa e magari addirittura si riesce a girare pagina per ricominciare a vivere.
Si ride abbastanza e si pensa che si possa ancora vivere vite piccole e serene in paesini altrettanto piccoli dove il telefono non prende e si può trovare tutto l’affetto che altrove, sniff, ah questa troia della grande città, non troviamo.
(sì sì che trovi la Smutniak nel paesino, è già lì che ti aspetta).

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4 Marzo 2011 in La passione

Battiston bravissimo ma solito film italiano vagamente irritante (o sarà la voce di Silvio Orlando ad esserlo? dubbio amletico).

4 Marzo 2011 in La passione

E’ anche divertente e garbato, ma davvero poco più. Film incolore, mi domando come abbia potuto colpire la giuria a Venezia.. Mazzacurati ha attori in grande spolvero, è tutto curatissimo in ogni dettaglio, là dove il film di Costanzo peccava nei piccoli dettagli, ma non ha un impeto registico, nessuno proprio, non ha una forte impronta visiva. Film inutile.

Silvio Orlando è un intellettuale (!) che lavora poco, non ha connessione con la realtà italiana, come tutta l’intellighenzia di sinistra. Così, per un caso, ha l’occasione di vederla quella realtà. Non sfugge l’idea, chiara, che questa sinistra non è più fricchettona, infatti Orlando non vuole caricarsi gli hippy stranieri in macchina, anzi, li butta in mezzo ad una strada. Il piccolo paese in cui va (notare il ritorno alle radici, l’elogio della piccola comunità) si trova in un borgo in Toscana, quindi gli stranieri sono integrati (!, ma se si deve scrivere uno script per il cinema gli stessi sono dei rapitori; scritturati per fare i due ladroni saranno vessati dagli italiani, perchè li pagano: ovvio rimando alla condizione lavorativa degli stranieri in generale) ed è tutto molto sui generis, addirittura hanno eliminato l’elettrosmog rinunciando ai cellulari (da qui la gag sull’unico ballatoio in cui si prende il cellulare in cui si nota il sottotesto sulla disciplina della coda), perchè la comunità è progressista, verde e anticonvenzionale.
In questa cittadina però non si regala nulla, nota di modernità, i politici possono corrompere perseguendo interessi localistici (lega?). L’umanità del luogo è un piccolo concentrato del tutto, la bella extracomunitaria, la melomane, il presunto attore, ma soprattutto il buon ladrone che ha scontato la pena (il terzo potere va preservato) e che ha cambiato vita proprio in carcere (l’arte libera l’uomo), sotto l’egida dell’intellettuale di cui sopra. Non trascurabile è il personaggio della fotocopiatrice: in essa e nelle sue vicende si possono leggere la condizione degli enti locali sotto la scure di Tremonti e la tesi di fondo che il mondo sarà salvato dai bambini, tesi ribadita dalla vicenda della banda che illumina anche sui pro e i contro del libero mercato.
Certo c’è sempre Roma, c’è sempre il cinema con la C maiuscola stritolato dalla Tv: la straletta è una elisa di Rivombrosa che brandisce i numeri dell’auditel come una clava; in cerca di collaboratori Orlando telefona a gente del mestiere, ma tutti, tutti, fanno televisione con i tempi e i soggetti tipici della Tv italiana.
Ecco la società italiana, si arrangia, corrompicchia, vivacchia, ha piccole prospettive, ma ritornando alla società vera troverà nuove ispirazioni (il nuovo film, forse, del regista sarà ispirato da uno degli abitanti del paesino). Mah!
Piccole citazioni cinematografiche qui e lì, a partire dal cognome di Orlando

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