E' opera del grande regista e sceneggiatore Carl Theodor Dreyer, che sette anni dopo la canonizzazione della martire Giovanna di Orleans da parte della chiesa cattolica ha deciso di produrre un film sulla sua vita. E' considerato da molti l'ultimo capolavoro del cinema muto. neversaynotopanda ha scritto questa trama
“Niente al mondo può essere paragonato al volto umano; è una terra che non ci si stanca mai di esplorare”. Questo celebre aforisma di Carl Theodor Dreyer dice molto su quello che può essere considerato il grande capolavoro del cinema espressionista, nonché autentico monumento al volto umano. Primi e primissimi piani si alternano per la quasi totalità del film, il volto di una superba Renèe Falconetti diventa specchio dell’umanità intera, non c’è spazio per slanci teatrali, tutto è reale, il serrato montaggio non lascia compromessi o scappatoie, solo la sofferenza commossa di una donna che fa commuovere, ma anche un alone di pietà che serpeggia latente in tutta la pellicola, che si scorge persino nei volti dei carnefici. Quello di Dreyer è un affresco sull’essere umano e sulla sua anima, sulla sua fragilità ma anche sul suo coraggio, che non può non richiamare in chiave allegorica il martirio di Cristo. Con Ordet il regista ci spingeva a ragionare sui miracoli, qui vengono lasciate delle tracce (la croce riflessa, gli uccelli nella scena del rogo) ma forse sono delle tracce solo per chi sa (o vuole?) vederle, la fede è un dono o un fardello? Ogni porta rimane volutamente aperta. Dreyer insieme a Bresson è uno dei registi che maggiormente ha saputo cogliere in profondità l’animo umano, in fondo quel che sembra interessare davvero al regista è l’umanità della fede, forse più della fede stessa.
Sono veramente pochi i film muti che riescono a colpirmi profondamente e “la passione di Giovanna d’Arco” è uno di questi. L’insistenza sui primi piani del volto di Reneè Falconetti in lacrime, le carrellate che ci mostrano la meschinità, l’ipocrisia e il buonismo degli inquisitori, la rinuncia ad abbellimenti scenografici e a pesanti trucchi sugli attori rendono questo film una perla fondamentale nella preziosa collana dei classici del cinema muto. Un’altra cosa che rafforza questo film è la totale assenza di musica e suoni che lascia allo spettatore il compito di immaginarsi le urla strozzate dal pianto di Giovanna, i rimproveri degli spietati uomini di chiesa, la rabbia del popolo che assiste al suo rogo. Sono cose molto semplici, ma colpiscono l’animo così forte che addirittura mi sono commosso.
1928 La passion de Jeanne d’Arc directed by Carl Theodor Dreyer Con lo strabiliante, unico ed inarrivabile Antonin Artaud nella parte di Jean Massieu
L’ultimo giorno di vita di Giovanna D’Arco, la lotta della stessa contro dei giudici arrivisti, il destino segnato di una giovane che non tradirà le sue convinzioni. Diverrà Eroina nazionale e Santa.