Un genere poco italiano / 20 Gennaio 2013 in La migliore offerta
L’eclettismo dei generi e delle soluzioni stilistiche è un comune denominatore del cinema di Tornatore. Già in passato il suo lavoro aveva mostrato influenze di stampo americano. Impossibile per chi scrive non ravvisare in questo film riferimenti strutturali o citazionistici al cinema di Kubrick, di Scorsese e soprattutto di De Palma. Tornatore concepisce un racconto che ben incarna gli ingredienti e i meccanismi tipici del thriller psicologico. Ma la scarsa credibilità dei personaggi e delle situazioni, unitamente alla prevedibilità dei loro sviluppi, ne depotenzia la tensione. Interessanti ma troppi, e per questo poco approfonditi, i temi messi nel piatto.
Ad uno sviluppo della storia grossolano corrisponde sorprendentemente una conclusione che ho trovato raffinata, perchè lasciata parzialmente aperta alla ricostruzione dei fatti da parte dello spettatore e soprattutto alla previsione di uno sviluppo. Provo a darne una forzata ma originale: il carrello che retrocede lentamente tra i tavoli della sala allungata di un locale praghese, nella scena finale, così simile alla scena iniziale di Arancia Meccanica nel Korova Milk Bar, suggerisce una volontà vendicativa di un Virgil trasformato e votato all’ultraviolenza?

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