Recensione su La maledizione della prima luna

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21 Gennaio 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Con mille tranquilli anni di ritardo ho deciso di arrivare anche ai Pirati. Ché da sempre sento la gente parlarne e non avendolo visto non ci capisco una cippa. In realtà è semplice. Ci sono Keira-Elizabeth e Will-Orlando (che continueranno a dirsi Will… Elizabet… Will… Elizabeth… per quasi tutto il film) che si lovvano, ma una è figlia di un governatore di qualcosa di anglofono nei Caraibi (ma va?) e l’altro è un fabbro. Però figo, a quanto pare. In questo posto a picco sul mare nei Caraibi arriva Jack Sparrow. In breve, Liz viene rapita trenta volte dall’equipaggio maledetto del pirata Barbarossa, che non muore mai perché è maledetto ma sta cercando di togliere la maledizione, e Will e Jackie li inseguono, la liberano, vengono inseguiti, viene rirapita, la inseguono, and so on. Du’palle. Ma anche no, il carrozzone alla fine è scanzonato e divertente, prova ne è il fatto che si arriva alla fine senza troppa noia. Merito, I guess, quasi tutto del personaggio strampalato e Johnny Depp, che si atteggia in maniera buffa assai ma coerente con se stessa, oltre a non capirsi mai da che parte sta. E poi merito della ciurma di pirati, che rivelano la loro essenza di mostri raccapriccianti e capricciosi alla luce della luna, e dettano anche la linea comica del film (pollice su per la forchetta nell’occhio di vetro). Forse un poco meno di clang-clang di spade ci poteva stare.
E infine tutti dicono in continuazione AYE, e son quelle cose per cui uno che si gasa con poco si gasa.
Pavento che i prossimi peggiorino.
Per cui Aye.

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