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La gelosia

/ 20136.229 voti

. / 23 Marzo 2017 in La gelosia

Storia tipicamente francese di amore e gelosia, girata tutta in bianco e nero e recitata molto bene da Louis Garrel e Anna Mouglalis, non mi ha mai veramente preso e ho spesso pensato durante la sua, per fortuna, breve durata, che ci volesse uno sprint da qualche parte. Mai arrivato comunque, anzi: tutto recitato a bassa voce, con un personaggio femminile da prendere a schiaffi e una bambina talmente matura da essere irrealistica, non sono riuscita a vederci la poesia e i contenuti (o comunque niente di nuovo nelle forme espressive almeno) e mi ha lasciata sostanzialmente fredda e semi-annoiata.

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22 Agosto 2014 in La gelosia

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Aperta e chiusa è la narrazione da una doppia rottura. Quella iniziale di Louis, che abbandona la madre di sua figlia, e quella finale di Claudia che abbandona Louis. Attore spiantato/scapigliato e belloccio in un ambiente bianconero e teatrante, sullo sfondo di una città francese contemporanea ma rimasta nel tempo, o nel solco, della nouvelle vague e subito dopo. Un film di interni e parole e sentimenti, con un doppiaggio infame che fa sembrare tutti dei polli tranne la bambina. A me spiace, avremo anche i migliori doppiatori evva e tante altre cose che mi dicono. Ma devono estinguersi (che posizione invero la tua pacata). Ma poi cosa doppiano un film del genere, che tanto lo va a vedere solo un certissimo pubblico, ma figurati. Anyway, lui è fico, ma così fico che se va al cinema con la figlia e gli si siede una milf con pupo affianco alla fine lei gli da il numero di telefono, e il sesso orale con jingle anni ‘70 non parte giusto perché i bambini ci guardano. Lei invece, Claudia dico, non la tipa del cinema, è un po’ stronza, ma glielo dicesse, anziché fare la stronza. Ti amo ma qui non mi piace. Ti amo ma la do al secondo che mi offre da bere al bar. Non posso vivere così. Ti faccio due corna così. Però con affetto.
Ma vai, sparati.
E invece si spara lui. Lui si spara e si manca -.-’ come quella battuta di Lucky Luke “non riusciresti a colpire una vacca in un corridoio stretto”.
La Garrel family vuole condurre (proseguire) la sua indagine sull’umano sentimento, non pesca però nulla di originale dal cilindro e si limita a una rilettura che è ripetizione; anche perché poi, diciamolo, l’amore, sempre quelle stesse tre o quattro balle sono, e l’amore francese ancora di più. Prendo e me ne vado. Scappo e ritorno. Sfuggente e pace senza.
Ansia eh.
Onorevole la durata limitata, visto che l’esiguità della trama difficilmente avrebbe permesso di reggere più a lungo.

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