Recensione su La grande bellezza

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sette e mezzo ma pure 8 / 10 Gennaio 2014 in La grande bellezza

Rivalità territoriali, Passo Corese /mia terra vs Fiano Romano.

La grande bellezza
Se il problema del Cinema Italiano è “La grande bellezza” tenetevi i Vanzina e affini.

La grande bellezza è un film che a tratti mi ha stupito e solo in parte mi ha deluso. Andiamo con ordine.

la vicenda prende piede in una Roma da cartolina, una Roma radical chic, quella delle feste pacchiane e opulente degne dell’ultima fase del romanico impero. I personaggi della storia raccontata da Sorrentino sono, tutti nessuno escluso, dei radical chic. Sono dei poser i quali ostentano il loro status, degli esibizionisti che trascorrono le loro vite parlando del gossip, del superfluo, sentendosi superiori a tutto e tutti. Badate, il regista non critica. Il regista presenta. Vengono presentate delle macchiette, dei personaggi in parte ridicoli ed in parte odiabili. Ad alcuni ci si affeziona facilmente e Jep è uno di questi.

Jep Gambardella è un tuttologo, un ricco giornalista nonché critico teatrale navigato. Jep è il re della mondanità. Fra ricordi di una vecchia fiamma, suo unico e vero amore, il ricordo di un romanzo scritto in passato, la voglia di farne uno nuovo ed il peso delle domande esistenziali che gravano sul protagonista, il film prosegue a cannone fra feste ed incontri. Altro personaggio degno di nota è Ramona, una spogliarellista romana (da quando Fiano Romano è Roma ?). Ramona è legata emotivamente alla figura di Jep, è interpretata da Sabrina Ferrili che nella recitazione ricorda vagamente il Libanese di Romanzo Criminale ma con due zinne grosse come una casa.
E’ un peccato che alla Ferilli sia legato un certo tipo di personaggio (vedasi quando le fanno fare la parrucchiera, la tata, la call-center girl, la trucida, la brina..) perché qui da prova di una buona ars recitativa. La macchina da presa impugnata dal regista cattura un’immagine della Capitale degna di un dipinto, sin dai primi momenti del film.
Non mi hanno convinto una vagonata di temi/scene/ruoli: approdare per forza al religioso, serviva ? Scava scava non è che poi la cosa risulti pretenziosa ? C’era bisogno della scena dei fenicotteri e quella della giraffa? I baffi di Verdone o il cammeo di Venditti, erano necessari ? Perché quella Fianese della Ferilli ancora non trova il coraggio di spogliarsi ? E’ dal 2001 (anno dello scudetto della A.S Roma) che mio padre attende.

L’ispirazione Felliniana c’è ma non ne farei una colpa, in fondo esiste un regista che da venti anni ormai va avanti facendo film “ispirandosi” a roba già vista e non mi sembra che gli rompete abbastanza il ca**o (cioè io si). Troppo spesso ci lamentiamo che il Cinema Italiano è morto, nel 2013 è uscito un film come La grande bellezza e siamo tutti pronti a sme**arlo ? Voglio dire, lungi dal ritenerlo un capolavoro, il film può non piacere ma bisogna essere obiettivi. Ci vuole coerenza e questo non è un film brutto, anzi è un film validissimo. Sicuro la seconda parte, paragonata alla prima, perde in mordacità e va ad infilarsi in un discorso più grande del film e del suo titolo stesso ma posso ritenermi più che soddisfatto dalla visione

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