Pretenzioso e vuoto / 6 Febbraio 2018 in La grande bellezza
Penso siano gli aggettivi che meglio possano descrivere questo film.
Accanto a una fotografia esteticamente molto gradevole ma spesso esagerata e troppo surreale per il genere di film (questo stile che va di moda negli ultimi anni: saturazioni assurde, luci surreali, scenari esteticamente meravigliosi totalmente lontani dlla realtà), troviamo personaggi inconsistenti, senza passato né futuro.
Storie che si intrecciano, tutte accavallate sull’unica “star” del film: Servillo. Che ha saputo anche in questo caso portare a casa le lodi, anche in questo personaggio, grazie alla sua mimica e alla sua recitazione.
Tuttavia questo non basta, troviamo un arraccante personaggio secondario interpretato da Verdone, che tenta di fare la parte dell’amico dell’eroe, non riuscendoci e abbandonando il campo a fine film senza un motivo vero e proprio. Una Ferilli non del tutto in forma, che termina la sua parte come in un singulto, come il canto del cigno di una bellezza femminile che si avvia verso la mezza età.
Altri personaggi privi di consistenza si susseguono in scene spesso scollegate tra loro o estremamente misteriose alla comprensione, come se dietro a tutto questo film ci fosse tanto di più, tanto da raccontare che al pubblico viene misteriosamente celato.
Allora aspettiamo pazienti la fine del film, per tirare le somme e vedere cosa pensare di questo tanto decantato “capolavoro italiano” e riuscire a dare un senso alla trama.
Così mentre tutto si fa inspiegabilmente più grottesco e sempre più lontano dal resto del film, Servillo ci regala un grande discorso, presentato in maniera magistrale, con voce pacata e cadenzata, quasi che ci stesse spiegando il significato stesso dell’esistenza sulla terra, quando in realtà non sta dicendo niente di trascendentale, ma solamente banalità imbellettate in un discorso lungo e borioso, quasi a sussumere l’essenza stessa del film.

ahahahahah
il film è molto più di questo
Non lo metto in dubbio, questo è quello che ci ho visto io
Pretenzioso e vuoto sono gli aggettivi stessi con i quali descrivere Sorrentino, e non solo questo film. Un regista che ha del potenziale, come regista ma non come sceneggiatore, ma che tuttavia si presenta sempre come un continuo plagio di altri registi ed un collage di cliché mal riusciti con lo scopo di creare qualcosa di forzatamente artistico. Si aggrappa a Servillo come fosse un salvagente affibbiandogli i ruoli più disparati, anche quelli che non ci azzeccano (non è il caso di questo film). Molto sopravvalutato nel complesso, sia Sorrentino che questo film. Oscar per la tua recensione.
Recensione che sottoscrivo: il vuoto sa essere pieno di nulla.