La famiglia Willoughby

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La famiglia Willoughby

Film di animazione ispirato al libro per ragazzi 'The Willoughby' della scrittrice statunitense Lois Lowry. I ragazzi di casa Willoughby sono certi di poter vivere meglio, quando riusciranno a liberarsi dei genitori, una vera coppia di egoisti. Così, i quattro ragazzini escogitano un piano per mandare mamma e papà in vacanza definitivamente, diventare orfani e provare cosa vuol dire davvero sentirsi una famiglia.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Willoughbys
Attori principali: Will Forte, Maya Rudolph, Alessia Cara, Terry Crews, Martin Short, Jane Krakowski, Seán Cullen, Ricky Gervais, Fiona Toth, Islie Hirvonen, Colleen Wheeler, Bonnie Riley, Robyn Ross, Shannon Chan-Kent, Rebecca Husain, Cristina Rosato, Mostra tutti

Regia: Kris Pearn
Sceneggiatura/Autore: Kris Pearn, Mark Stanleigh
Colonna sonora: Mark Mothersbaugh
Fotografia: Rav Grewal, Sebastian Brodin
Produttore: Luke Carroll, Aaron L. Gilbert, Chris Conover, Ricky Gervais, Jason Cloth, Brenda Gilbert, Andrew Pollack, Dale Wells
Produzione: Canada
Genere: Commedia, Famiglia, Animazione
Durata: 92 minuti

Dove vedere in streaming La famiglia Willoughby

sarebbe un 6.5 / 7 Febbraio 2022 in La famiglia Willoughby

mi è piaciuto, non un capolavoro di animazione ma la storia prende bene sia adulti che ragazzini. Animazioni e scelte cromatiche fantastiche ( su tutte la fabbrica con l’annesso dirigibile ) che ricordano vagamente le bellissime scenografie di Trolls. Nel complesso per me è promosso, considerando il fatto che è molto molto difficile oramai trovare un bel film di animazione per grandi e grandicelli.

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Horror o film per la famiglia? / 11 Maggio 2021 in La famiglia Willoughby

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Sei stelline e mezza)

Mi sento di poter affermare che il film Netflix a cartoni animati La famiglia Willoughby non è altro che un horror travestito da commedia per le famiglie.
Il che, per quel che mi rigurarda, va benissimo e ha almeno un aspetto molto positivo: la manipolazione dei cliché del racconto gotico in chiave ironica (un po’ come fece Charles Addams creando la “sua” Famiglia Addams).

Dietro un’apparenza divertita ed edulcorata da dettagli fisici esasperati (gambine, braccine, nasetti, capelli di lana rosa (?)), questo film parla (soprattutto) di abbandono, morte, psicosi e disperazione.

La coppia di genitori anaffettivi e, in particolare, il padre garrulo (Martin Short, nella versione originale, e, correttamente, visti i precedenti con l’attore americano, l’ottimo Mino Caprio in quella italiana) mi hanno dato i brividi. Visto che anche la moglie (Jane Krakowski) ha i capelli come lui (in teoria, quella chioma lanosa appartiene ai soli Willoughby), non mi stupirei se la loro relazione ossessiva non fosse altro che un rapporto incestuoso. Spaventosa (e molto vittoriana) la battuta paterna: “Com’è possibile che continui a capitare?”, quando scopre che, in casa, c’è un nuovo neonato (la trovatella Ruth).
Tutto questo, per me, vale 10 pollici alzati: insomma, La famiglia Willoughby è una specie di Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett e la storia della bambina Sophie ne Il petalo cremisi e bianco trasposti in pop e ipertrofica CGI.

Nel complesso, purtroppo, il film diretto da Kris Pearn (Piovono polpette 2), Cory Evans e Rob Lodermeier (entrambi alla prima regia) e è narrativamente poco coeso e alterna momenti “estremi” come quelli descritti ad altri più convenzionali o, addirittura, così pindarici da sembrare scaturiti dalla fantasia di un bambino (vedi, tutte le parentesi con Ruth e/o il Comandante Melanoff che, a proposito, esteticamente, sembra uscito da un’esperienza lisergica tipo The Yellow Submarine, <3 ). La tata (Maya Rudolph) è un personaggio simpatico e tenero, ma troppo prevedibile e stereotipato. Il gatto (Ricky Gervais, che è anche tra i produttori del film) è cinicamente bellissimo (e ha proprio un bel character design), ma sembra un corpo estraneo, rispetto al complesso. Il finale accomodante è la definitiva nota dolente del film. Sempre che non lo si voglia intendere come il sogno di uno dei giovani Willoughby morente, of course.

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Cose bambinesche / 30 Aprile 2020 in La famiglia Willoughby

“COSE BAMBINESCHE”.
Ecco cosa mi rimarrà di questo film d’animazione prettamente per bambini. Ho sperato molto in un finale diverso, ma ahimè! Mi dispiace gatto ma devo contraddirti: questa è esattamente una storia come tutte le altre.

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