13 Recensioni su

La fabbrica di cioccolato

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Uno dei film più anticonformisti di Burton / 31 Dicembre 2021 in La fabbrica di cioccolato

Burton osa una nuova trasposizione del romanzo di Dahl che si scontra inevitabilmente con il cult recitato da Billy Wilder.
Film stroncato dalla critica, flop ai botteghini.
Probabilmente pochi compresero le intenzioni di Burton: questa è una rivisitazione di un classico, intenzionato ad esprimere un messaggio sociale che fosse in linea con la visione del regista, rispetto alla melliflua retorica che permeava il film con Wilder.
Inibiti i pregiudizi di coloro che scandalizzati considerarono impossibile un rifacimento del cult originale, sarà possibile accorgersi che La Fabbrica di Cioccolato di Burton elude il rischio di propinare un prodotto pedissequo e di rappresentare un suo feticcio.
Burton adatta La Fabbrica di Cioccolato con lo stile che lo ha contraddistinto, in un folle viaggio all’interno della coloratissima fabbrica di Wonka.
Johnny Depp non è Billy Wilder ed è evidente che non miri ad esserlo; il Wonka di Burton è un freak asociale, inadeguato a relazionarsi con il mondo esterno, strampalato e infantile.
Ha vissuto un trauma che spiegherà i motivi dell’isolamento nel suo mondo di dolciumi e perché ha deciso di offrire, ai fortunati possessori del biglietto d’oro, di visitare la sua fabbrica che fino ad ora era rimasta inaccessibile a chiunque.
La gita condurrà ad una sparizione dei marmocchi, compiuta per qualche disgrazia: che siano incidenti o trappole in cui i bimbi cedono programmaticamente per la loro puerilità e maleducazione è un sospetto che il sorriso beffardo di Wonka e la passività con cui i visitatori cadranno vittima di questi nefasti eventi suscita nello spettatore, considerando inoltre la puntuale entrata in scena degli humpa loompa che accompagneranno la cattiva sorte dei bambini e dei loro genitori con uno stacchetto musicale che è difficile credere sia stato improvvisato al momento.
Burton critica dunque l’irresponsabilità dei genitori che, passivamente, osservano i loro figli comportarsi inadeguatamente secondo le norme da rispettare nel mondo di Wonka; neanche intervengono per provare a salvarli dalle disgrazie in cui si sono cacciati.
Ma Burton non si limita soltanto a bacchettare gli accompagnatori: ogni famiglia rappresenta una estrazione sociale che viene ridicolizzata e punita.
Non è un caso che l’umile protagonista venga scelto come possibile erede. La risposta del bimbo a questa proposta di Wonka sarà rivelatrice di una natura pura ed incorruttibile.
Un Burton che, seguendo una personale chiave di lettura, è antimaterialista e critica l’asservimento al denaro, anche in condizioni di completa povertà.
In questa fiaba che potrebbe apparire moralisteggiante, qualcuno potrebbe storcere il naso ad una sadicità ingiustificata verso le famiglie ospitate nella fabbrica e ad una maturità incompatibile con un bambino. È proprio qui che mi soffermerei: Wonka disprezza la famiglia, va in crisi per un capello bianco perché ha sempre rifiutato di essere un adulto; il protagonista vuole bene alla sua famiglia anche se ciò significa vivere in condizioni di povertà assoluta, consapevole di essere ancora un bambino, risultando però sorprendentemente saggio e responsabile, dagli ideali incontrovertibili.
Questa contrapposizione condurrà ad una conclusione che molti potrebbero considerare buonista o addirittura deludente.
Se così fosse, non so quale finale avrebbero voluto: forse il messaggio che Burton ha voluto inviare ai suoi spettatori non è stato recepito.

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non male / 28 Settembre 2020 in La fabbrica di cioccolato

adoro la coppia Burton/Deep ma devo ammettere che qui il confronto con l’originale è impietoso. Nonostante questo non posso non apprezzarlo, data anche il migliore richiamo all’originale libro per ragazzi.

Non paragonatelo all’originale / 11 Luglio 2015 in La fabbrica di cioccolato

Premetto che adoro Tim Burton e Johnny Deep, ma questo film non si doveva fare! Bello si, ma per chi non hai mai ammirato Gene Wilder nei panni di Willy. Mai riuscito a vedere oltre i primi 15 minuti.. Pacchiano

23 Maggio 2015 in La fabbrica di cioccolato

Bello

10 Dicembre 2013 in La fabbrica di cioccolato

Dovrei vedere il primo film per poter giudicare realmente questo remake.

18 Agosto 2012 in La fabbrica di cioccolato

Unico. Scenografie spettacolari, attori bravissimi e veramente una bella storia!

Follie di cioccolato / 17 Agosto 2012 in La fabbrica di cioccolato

Scenografie fantastiche, personaggi divertenti e tanta sana follia!

Ottimo cast, lento / 13 Maggio 2012 in La fabbrica di cioccolato

Il cast è molto valido il problema è la lentezza con cui avanza il film.
A volte annoia.

Tim e Johnny non deludono mai.. / 2 Febbraio 2012 in La fabbrica di cioccolato

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho visto anche il film originale, tuttavia non voglio paragonarli, ma limitarmi a questo remake.
Mi è piaciuto molto, finale “sdolcinato” ma comprensibile, un viaggio all’interno di una fabbrica che tutti noi vorremmo visitare.

Finale fiacco… / 16 Ottobre 2011 in La fabbrica di cioccolato

I remake li guardo sempre con un certo scetticismo, perchè difficilmente riescono . Ma sono molto di parte quando si tratta di Tim Burton. Tutto del film porta la firma inconfondibile del regista, le scenografie, le canzoni, persino nell’interpretazione di Wonka si nota.
Una cosa che ho ritenuto fiacca è il finale del film , credo che sia troppo “vuoto”, se porta avanti un’esplosione di colori,scene e musiche, non si può lasciare il telespettatore con una scena carina di ordinaria famiglia…..

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27 Maggio 2011 in La fabbrica di cioccolato

Se si uniscono Tim Burton, Johnny Depp e Roald Dahl il risultato non può che essere un capolavoro (per fortuna)! Ho amato ogni cosa di questo film, così esagerato, colorato, zuccheroso…

Un po’ fiacco / 13 Maggio 2011 in La fabbrica di cioccolato

Mi sarei aspettato molto di più da questo film, invece non si fa altro che riprendere le stesse situazioni e dinamiche dell’originale aggiornandone gli effetti speciali. Il risultato è una zuppa caramellosa molto pop (anche troppo) che si trascina per tutto il film. Perfino Johnny Depp, che molto spesso incanta con personaggi outsider e fuori dagli schemi, qui avanza faticosamente senza sorprendere, come invece fa con i suoi Edward e Sparrow. Oltre il fattore visivo non resta molto, questo film mi è sembrato più un esercizio di stile simile allo Psycho di Gus Van Sant che alla rivisitazione di un classico.

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22 Marzo 2011 in La fabbrica di cioccolato

Non c’è paragone con il film del 1971 con Gene Wilder…

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