Tous les chemins mènent à Pékin / 10 Giugno 2013 in La cinese

Parigi, estate 1967.
Cinque ragazzi di idee maoiste si stabiliscono in un appartamento libero per l’estate.

Yvonne, la proletaria del gruppo, dice di essersi prostituita occasionalmente per tirare su qualche soldo extra, per questo motivo durante il film si dice di lei che “è la prova vivente della contraddizione in seno al popolo”.
Kirillov, nome che si riferisce al personaggio di Dostoevskij de “I demoni”, è un ingegnere russo che sarà portato al suicido a causa del fallimento delle sue idee filosofiche, proprio come il nichilista del romanziere russo.
Henri, il meno estremista del gruppo, sarà allontanato per il suo revisionismo.
Infine Guillaume, attore, e Véronique, studentessa di filosofia, legati da un sentimento che viene però strumentalizzato da lei, la più estremista del gruppo, per spiegare il concetto maoista di “combattere su due fronti”.
Véronique afferma:

“la Rivoluzione non è una cena di gala. Non può compiersi con eleganza, tranquillità e delicatezza, né con dolcezza, amabilità, cortesia e generosità d’animo. La rivoluzione è un atto di violenza attraverso cui una classe ne rovescia un’altra. Io studio filosofia.” (si perde il gioco di parole: Moi, je suis en CLASSE de philo)

Sarà infatti lei che metterà una bomba in un hotel, verso la fine del film, per assassinare il ministro della cultura dell’URSS in visita a Parigi.

“Quindi la Francia nel ’67 è come una pila di piatti sporchi? Sì. “ Godard anticipa il ’68 francese, mostrandoci cinque ragazzi stanchi delle contraddizioni del loro passato:

“Sì, io penso che bisogna essere diversi dai nostri genitori. Mio padre, per esempio, ha combattuto violentemente contro i tedeschi durante la guerra e ora dirige un Club Méditerranée. Lei sa, sono quei grandi camping in riva al mare e ciò che è terribile è che lui non si rende assolutamente conto che è fatto esattamente sugli stessi schemi dei campi di concentramento.”

Ma allo stesso tempo, anch’essi, mostrano non poche contraddizioni e un’infantilismo di fondo. Nel finale, sembra infatti, che con il concludersi dell’estate, si chiuda un capitolo che porta via con sé le loro ideologie, spingendoli all’accettazione di una vita borghese.

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