Che vita da cani / 5 Settembre 2020 in Dogtooth
Dogtooth è il lungometraggio che ha fatto conoscere Yorgos Lanthimos al grande pubblico internazionale, vincendo il premio Un Certain Regard a Cannes. Il film è un dramma/thriller grottesco talvolta forse troppo da risultare quasi comico. Il film disturba in certi momenti ma non troppo, dipende da quanti film disturbanti si è visto prima di questo e dalla sensibilità di chi lo vede. Personalmente non l’ho trovato poi così disturbante, pensavo di vedere cose più turche ma qualche incesto e qualche comportamento anomalo in una famiglia disfunzionale non mi disturbano se ambientate in un clima palesemente artificiale.
La fotografia del film è veramente ottima, merito di quella che credo sia una pellicola cinematografica analogica. Ottime inquadrature e diverse idee stilistiche che rendono il film esteticamente molto piacevole.
L’idea di base c’è, ma il film sembra confezionato ad hoc per i festival di cinema europei, perché i critici lo esaltino e a tratti sembra quasi senza anima per quanto artificiale sia. Ho preferito un altro film greco che tratta di un’altra famiglia disfunzionale ma restando più coi piedi per terra: Miss Violence.
In conclusione reputo Dogtooth non quel capolavoro di cui tutti parlano ma un buon film, stilisticamente ottimo, a tratti pretenzioso. Forse sono i cinefili a renderlo tale. L’ho visto in lingua originale, per chi magari possa pensare che il doppiaggio italiano non gli abbia reso giustizia.
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