7 Recensioni su

Kingsman: Il cerchio d'oro

/ 20176.5136 voti

no titolo / 4 Agosto 2020 in Kingsman: Il cerchio d'oro

Il secondo Kingsman conferma le ottime impressioni del primo capitolo (la vera alternativa alla saga di 007), e offre momenti assolutamente esilaranti (SPOILER ALERT: Sir Elton John, molto più di un banale cameo), specialmente per chi ha visto il primo film. Per quanto – e questo è un pregio – non sia uno di quei sequel in cui per seguire il film devi aver visto il capitolo precedente, pur avendo ovvi collegamenti.
C’è, per me, un errore enorme per cui ogni volta mi mangio le mani. Altro spoiler. All’inizio del film viene fatta fuori Roxy (personaggio secondario nel primo film, ma con grosse potenzialità), che al contrario avrei voluto vedere di più qui e in un eventuale altro sequel. Fossi stato in loro avrei pensato persino ad uno spin off, trattandosi tra l’altro di un agente di pari grado rispetto al protagonista. Farla fuori all’inizio del film non è altro che un’occasione sprecata per un personaggio che avrebbe potuto dare tanto al franchise, e dare un’ulteriore slancio in avanti al genere action/spy che per qualche ragione deve avere per protagonista sempre (o quasi) un uomo. Un vero peccato.
A parte questo elemento assolutamente conservatore, un franchise che dà nuova linfa al genere.
Nel corso del film entriamo in contatto con gli Statesmen, equivalenti e “cugini” americani dei Kingsman. Spero che siano in grado di sfruttare almeno loro in futuro, magari con uno spin off. E spero che facciano quel passetto in avanti che ancora manca, offrendoci una protagonista femminile altrettanto “forte” come Eggsy. It’s time.

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Mmh… / 19 Gennaio 2019 in Kingsman: Il cerchio d'oro

Non ci siamo, poteva essere almeno invitante invece non è nemmeno vicno al precedente.
Si lascia guardare ma la trama è più molliccia.
5.

Attenzione agli hamburger / 7 Agosto 2018 in Kingsman: Il cerchio d'oro

Buon seguito di Kingsman, film d’azione ispirato a “James Bond” ma con più ironia e qualche scena splatter.
Eggsy (Taron Edgerton) e i suoi compagni della Kingsman vengono attaccati da una misteriosa organizzazione criminale. I sopravvissuti dovranno chiedere aiuto ai loro omologhi americani, gli Stateman, che nascondono la loro attività sotto la copertura di una distilleria di whisky.
Buon mix tra azione e ironia con qualche scena un po’ splatter (vedi scena tritacarne ma non solo), leggermente al di sotto del primo capitolo.
Oltre a qualche presenza del primo capitolo che non cito, troviamo nuovi personaggi nel cast: Julianne Moore nei panni della perfida Poppy Adams a capo del cartello della droga, Halle Berry, Channing Tatum e Jeff Bridges fanno parte della nuova squadra, gli Stateman. Cameo di Elton John.
Subito dopo i primi titoli di coda, c’è ancora una scena significativa (ma non troppo).

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Lungo e reiterato / 8 Maggio 2018 in Kingsman: Il cerchio d'oro

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il primo film mi aveva inaspettatamente divertita, mentre questo sequel mi ha sfinita. Troppo lungo e troppo reiterato (nei combattimenti, nelle schermaglie, negli inseguimenti).
Le scene di lotta sono realizzate indubbiamente in maniera sopraffina e le coreografie sono davvero spettacolari, ma ho fatto molta fatica a reggere fino alla fine un film che per 140 minuti offre praticamente solo incredibili balletti letali.
La sovrabbondanza di star, poi, è a suo modo svilente, perché non tutti gli attori sembrano adatti al ruolo assegnatogli. La Moore, per esempio, non mi ha convinta affatto nel ruolo di villain (però, che la cosa fosse voluta o meno, sono stata -come posso dire- “compiaciuta” dal fatto che, nonostante i tre non si incontrino contemporaneamente in nessuna scena, lei abbia lavorato con successo sia con Jeff Bridges che con Colin Firth, insomma un bel trip cinefilo). La Berry, poi… Mah.
Ovviamente, il finale lascia presagire un apertissimo terzo capitolo.

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Tanta violenza ma niente sangue / 1 Aprile 2018 in Kingsman: Il cerchio d'oro

Senza preamboli il film inizia con una sequenza eccessiva nella sua spettacolarità. Un utilizzo intensivo della computer grafica applicata anche alla coordinazione della macchina da presa, a seguire i rapidi movimenti dei combattenti, ci pare sin da subito eccessivo anche per un film come questo che rimanda al fumetto. Il problema sta nella bipolarità dell’opera, da una parte abbiamo una tendenza classicista, come nella ricostruzione di alcune scenografie e nell’illuminazione e dall’altra abbiamo una computer grafica, fotografia e caratterizzazione dei personaggi che cerca invece di appiattire tutto a una vignetta. La tendenza a predominare è la seconda ma rimane appesantita dalla scelta estetica di mantenere tutto nell’illusoria verosimiglianza dei canoni classici. Questo è un grave problema nelle scene d’azione che non sono lontanamente credibili. Questa ambivalenza stilistica era stata intrapresa sin dal primo capitolo ma con un geniale compromesso ai fini di sorprendere lo spettatore in un climax di spettacolarità, l’assurdo era anche pretesto per divertire con uno sprezzante umorismo. Tornando all’apertura del secondo capitolo invece osserviamo già un incremento dell’esagerazione e un approccio ad essa più serioso. Ci si chiede sin da subito come il film potrà mai oltrepassare la prima scena d’azione e infatti non ci riuscirà, mantenendo sempre un livello d’attenzione minore al gancio iniziale. A peggiorare la situazione è una trama che segue binari a grandi linee prevedibili, ciò che non dovremmo aspettarci l’abbiamo già visto nella pubblicità. A rendere critica l’apprezzabilità del film sono anche le scelte poco intelligenti e accettabili nei riguardi della linea narrativa di alcuni personaggi: bruciati in partenza, inutili, irritanti nelle loro apparizioni fuori luogo o celebrità dalla dubbia comicità. Discutibile è un’altra scelta che va inspiegabilmente in entrambe le direzioni, semplicemente che c’è una violenza piuttosto consistente ma come in un tripla a americano non c’è il sangue e nessuna divertente censura a sostituirlo. Tolti i liquidi un uomo che viene tritato pare più scomparire per chissà quale magia! Queste facili soluzioni portano più volte ad un visionarietà stereotipata. Sinceramente mi aspettavo di più, perché anche se non si direbbe da questa recensione avevo apprezzato il precedente episodio e credo nelle capacità di Matthew Vaughn ma purtroppo questa occasione è sprecata.

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Non all’altezza del prototipo / 12 Gennaio 2018 in Kingsman: Il cerchio d'oro

Come molti seguiti, anche questo si rivela non all’altezza del prototipo. Buone in genere le scene d’azione, soprattutto l’inseguimento iniziale tra le strade di Londra. Ma il film è lunghissimo (2 ore e 20 minuti!), senza avere le idee necessarie a occupare decentemente questa eternità. Tra i riempitivi troviamo le noiosissime schermaglie tra il protagonista e la sua fidanzata, e personaggi di cui non si comprende la necessità (a che cosa diavolo serve Tequila?). Cast stellare che spreca allegramente nomi altisonanti come Jeff Bridges ed Emily Watson, con in più una Halle Berry chiaramente smarrita, un Elton John che si vorrebbe autoironico ma che risulta più che altro dolorosamente grottesco, e una Julianne Moore che cerca di trarre il meglio da un ruolo ingrato. Colin Firth non eguaglia il carisma della prima puntata, essendo costretto per esigenze di trama a fare la parte del rintronato; più in generale, l’abbandono dell’ambientazione britannica del primo film comporta inevitabilmente un calo generalizzato di glamour, che sopravvive esilmente solo nei completi ingualcibili di Eggsy e Harry.

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Vaughn continua ad essere una sicurezza / 20 Settembre 2017 in Kingsman: Il cerchio d'oro

Anche se non è riuscito a superarsi (il primo capitolo è stato incredibile), ci ha donato un ennesimo action-comedy-spy movie gradevole e di qualità.
Il cast funziona bene, e mi ha donato una sorpresa graditissima.
“Il piano del villain di turno” è davvero interessante e ci pone nuovamente di fronte ad un altro dilemma che ci accompagna ogni giorno, chi più, chi meno direttamente. Una volta visto, capirete il filo che lega il primo film e questo.
Come il primo capitolo, le scene d’azione sono montate davvero bene e si riesce a vedere cosa succede, a differenza della maggior parte delle produzioni che decidono di scuotere il più possibile le immagini per celare la finzione e l’inadeguatezza del cast o degli stunt. Piacevolissimi i long take d’azione che tornano nuovamente in questo film, anche se di minore impatto rispetto al primo.
Non mi resta che attendere con trepidazione un terzo capitolo! E, sinceramente, spero non si fermi ad essere una semplice trilogia, ma un filone infinito, come lo è quello di James Bond e Mission Impossible, da cui ne prende spunto, ma se ne distacca con un proprio carattere unico di cui ne sentivo la mancanza.

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