Recensione su Per il re e per la patria

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Morire… per il re e per la patria / 1 Ottobre 2016 in Per il re e per la patria

Strutturalmente simile all’Orizzonti di gloria di Kubrick, uscito sette anni prima, il film di Losey ha un’intensità notevole grazie ad una fitta rete di dialoghi e monologhi che non dà tregua allo spettatore.
Rispetto al film di Kubrick l’ambientazione è più semplice e claustrofobica (ricostruita in studio) e non vi sono azioni di guerra vere e proprie. Le uniche violenze sono quelle che vengono commesse ai danni dei topi che invadono le trincee (ad uno di essi i soldati fanno un processo che metaforizza tragicamente ciò che sta accadendo al loro commilitone) e nei confronti del protagonista nel finale.
L’antimilitarismo della pellicola emerge nettamente, anche nelle drammatiche immagini di repertorio scattate al fronte e inserite qua e là nel montaggio (significative quelle dei due cadaveri che si dissolvono, uno nel fango, uno nell’immagine del protagonista che sta per essere processato).
Della regia di Losey degna di menzione è la carrellata iniziale – con echi tarkovskijani- delle pozze che allagano le trincee.
Grande prova di Dirk Bogarde nel ruolo del Capitano Hargreaves.

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