Si alza il vento

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Si alza il vento

Da un manga di Miyazaki Hayao. Jirô immagina fin da bambino di progettare aeroplani e nei suoi sogni incontra perfino il proprio idolo, il conte Caproni, grande ingegnere italiano. Cresciuto, Jirô inizia a lavorare presso una grande ditta aeronautica.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: 風立ちぬ
Attori principali: Hideaki Anno, Hidetoshi Nishijima, Miori Takimoto, Masahiko Nishimura, Stephen Alpert, Mansai Nomura, Jun Kunimura, Mirai Shida, Shinobu Otake, Morio Kazama, Keiko Takeshita, Sascha, Kaichi Kaburagi, Maki Shinta, Mostra tutti

Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura/Autore: Hayao Miyazaki
Colonna sonora: Joe Hisaishi
Fotografia: Atsushi Okui
Produttore: Toshio Suzuki, Koji Hoshino, Naoya Fujimaki, Ryoichi Fukuyama, Seiji Okuda
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Drammatico, Guerra, Fantasy, Famiglia, Animazione, Biografico
Durata: 126 minuti

Dove vedere in streaming Si alza il vento

Immenso! / 25 Aprile 2023 in Si alza il vento

Una qualità tecnica mai raggiunta prima dallo studio Ghibli, una delle vette più alte dell’animazione mondiale, durante la visione ho avuto la sensazione di star guardando finalmente il film che Miyazaki avrebbe voluto fare da una vita intera e che per tutta la sua carriera gli era stato impedito di realizzare per rincorrere il gusto occidentale e le dinamiche economiche di mercato.
Per me è un’opera d’Arte pura, il lascito spirituale di un sommo maestro consapevole d’aver ormai raggiunto la piena maturità artistica e che ha voluto stupire il mondo un’ultima volta impartendo alla sua poetica un rivoluzionario colpo di coda finale.
Similmente a come fecero Beethoven, Rossini, Verdi e Puccini. Siamo a quei livelli lì, a mio avviso.

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Perchè piace così tanto?? / 25 Settembre 2018 in Si alza il vento

Ma che peso…. non me ne vogliate, ma… che peso!
tutte le volte mi impongo di non guardare più miyazaki visto che non mi piace, ma c’è sempre qualcuno che mi convince che “il prossimo è più bello”.
Boh.
L’animazione sarà pure bella, ma non si può ridurre tutto a questo. Il design dei personaggi è sempre quello, ormai è diventato segno identificativo.. è un bene o un male non discostarsene mai?
In ogni caso, la storia è lenta sebbene piena di sogni e susseguirsi di progetti di aeroplani e amore struggente… mi ero già stufata a vedere sogni (nota bene, SOGNI, non aeroplani.. forse l’unica cosa interessante del film) dopo 20 minuti.
Finale ovviamente reale, di certo non un lieto fine.
Mi ha lasciato soltanto l’amaro in bocca.
Stavolta basta davvero con miyazaki. Lo lascio a chi piace e a chi ha le capacità per capirlo e apprezzarlo. Evidentemente non è per tutti. Io non sono tra quelli.

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Sogni liquidi / 11 Giugno 2017 in Si alza il vento

(Riflessioni sparse)

Un film liquido, come i sogni del protagonista.
Lungo, dilatato, a suo modo angosciante, benché parli d’amore.
Credo che questa sua strana (non) forma derivi dal fatto che, all’atto della sua realizzazione, Miyazaki fosse convinto che si sarebbe trattato del suo ultimo lavoro. Ma, a differenza di quanto accaduto con Mononoke (altro titolo a cui legò un paventato addio dalle scene), dove la solidità narrativa e formale restavano evidenti, Kaze tachinu non sembra assolvere nessun obbligo specifico nei confronti del pubblico: piuttosto, sembra la pura soddisfazione dei desideri più profondi del regista e la rappresentazione di sentimenti che, probabilmente, egli ha vissuto personalmente.
Tra l’altro, non credo sia un caso che Jirô gli somigli particolarmente, dal punto di vista fisico.

La passione di Miyazaki per il volo e la tecnologia aeronautica è risaputa, quindi ha acchiappato al volo (oh oh oh) la possibilità di dedicare un altro film “onirico” (dopo Porco Rosso) a questo suo grande amore, dilatandolo fino allo spasimo, in qualità di intimo epitaffio artistico.

Si alza il vento è la solita ma ugualmente inaspettata gioia per gli occhi, ricchissima di strabilianti dettagli certosini, ma, per quel che mi riguarda, asseconda poco la mia voglia di magia e avventura, proprio per via della sua natura intimistica: guardare questo film significa sbirciare nel cuore di Miyazaki e, posto che non tutto, quindi, risulti lineare ma umorale, a non apprezzarlo pare di compiere un piccolo vilipendio.

Tra le cose più compiute, annovero la lunga sequenza del terremoto e dell’incendio di Tokyo: dopo lo tsunami di Ponyo, Miyazaki-san ha messo in scena con sconcertante bellezza un altro fenomeno naturale distruttivo tipico del Giappone. Come in quel caso, in cui era la piccola creatura marina a generare sconquasso in maniera inconsapevole, quasi per gioco, qui è la Terra a muoversi come se si trattasse di un gigante addormentato che si rivolta incosciente nel letto: in modo inquietante, i gemiti che accompagnano le scosse non sono effetti sonori “artificiali”, ma suoni vocali generati da una persona.
La stessa accortezza è stata adottata in altre parti del film: taluni rumori degli aerei, specie in fase di partenza, sono sbuffi e borbottii prodotti da persone, usati forse per sottolineare l’affezione per l’oggetto stesso, concepito come vivo e palpitante a dispetto della sua natura meccanica, nato dall’amore/dalla dedizione dei suoi indefessi progettisti.

Per la prima volta dopo Howl, Miyazaki concede ai suoi protagonisti adulti effusioni delicate, un elemento non troppo comune alla cultura nipponica che, pur non escludendo il romanticismo (anzi…), stenta per motivi “culturali” a mettere in scena effusioni che risultino naturalmente affettuose (generalmente, i poli entro cui si muove la rappresentazione amorosa giapponese va dal bacio/abbraccio urgente, appassionato e improvviso a un pressoché totale distacco fisico moderato da piccole carezze): Jirô e Naoko si baciano più volte, a beneficio del pubblico, ma quel che mi ha colpito di più, a sottolineare la “maturità” del film,è che, nel film, viene suggerita una celebrazione dei sensi altrimenti sconosciuta alla cinematografia di Miyazaki (la prima notte di nozze, benché provata, Naoko invita Jirô nel suo letto: la sequenza in cui scosta la trapunta del futon, mostrandosi al neo-marito vestita solo del pur ampio e morbido yukata, è il preludio a una notte d’amore da cui il sesso non è bandito).

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L’aeronautica non porta fortuna a Miyazaki / 2 Novembre 2015 in Si alza il vento

A mio parere, l’aeronautica non porta fortuna a Miyazaki. Dopo la parziale delusione di Porco rosso, un altro film che non mi sembra all’altezza della fama del maestro. La trama scorre monotona, senza il minimo guizzo, complice anche l’imperturbabilità davvero eccessiva del protagonista. Ci sono tratti in cui subentra la noia – e la durata non aiuta. La vicenda amorosa, che teoricamente avrebbe dovuto vivacizzare quello che altrimenti sarebbe rimasto un capitolo di storia dell’ingegneria, è di un patetismo ottocentesco piuttosto scontato. Dei problemi etici del film si è parlato a lungo. Non c’è infine quasi nulla della visionarietà che siamo abituati ad associare ai film di Miyazaki, a parte forse i sogni frequenti di Jiro. Restano solo gli effetti visuali, spesso originalissimi, a ricordare che questa è l’opera – l’ultima, purtroppo, a quanto pare – di un maestro. E sospetto che sia per omaggiare il ritiro del maestro che la critica si è mostrata un po’ troppo generosa nei confronti di Si alza il vento.

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. / 27 Settembre 2015 in Si alza il vento

Visto quanto si è parlato bene di questo film e si è urlato allo scandalo perché non ha vinto l’Oscar, mi aspettavo di più da questo film. Non dico che sia brutto, ma ci sono film di Miyazaki decisamente migliori di questo. A partire da Porco Rosso, che tratta lo stesso tema degli aerei.