Recensione su Si alza il vento

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Dal sogno alla Storia / 16 Settembre 2014 in Si alza il vento

La prima volta che vedo Miyazaki al cinema; bella esperienza, ma tutto sommato non è una animazione che richiede per forza il grande schermo.
Stando a quel che ho letto sulla rete, dovrebbe essere l’ultima opera del genio giapponese. Chiude certamente in bellezza, seppure ecceda un po’ con il sentimentalismo (contenuto negli altri suoi lavori); la meccanica degli aeroplani, vera e propria passione del buon Hayao, è passata dall’ ingegno estroso e bizzarro di “Porco Rosso” a una perfetta resa progettuale, attinente all’ingegneria aeronautica. Praticamente usciamo dalla bolla del sogno (che certo è presente, oh, è comunque un Miyazaki) e planiamo nella Storia; è un po’ la parabola dell’inventore degli “Zero”, gli aerei leggeri usati dai kamikaze nella Seconda Guerra Mondiale nati per la bellezza e finiti inghiottiti nel vortice della guerra. Qualcuno ha suonato il campanello del revisionismo storico; bah, non so, io coglierei di più l’aspetto poetico e tragico, quello di un uomo a cui sono stati sottratti i sogni.
Ho apprezzato moltissimo il parallelo con la “Montagna Incantata” (oggi tradotta come “Montagna Magica”, ma io sono un abitudinario 🙂 ) di Thomas Mann, romanzone davvero magnifico, che qui viene rivissuto esplicitamente nella dolorosa storia dell’amata Naoko.
Intenso e strappalacrime, con pezzi d’altissima maestria (vedi il terremoto), sprazzi di humour (il piccolo esplosivo caposquadra Kurokawa) e pure qualche calo d’interesse per l’eccessiva distensione del racconto. Sui disegni niente da dire, l’Arte è Arte e se non la si capisce è un problema nostro.

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