Recensione su K-PAX Da un altro mondo

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O carissimo Prot, portami via! Voglio una stella che sia tutta mia… / 7 Settembre 2015 in K-PAX Da un altro mondo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un bel mischione di fantascienza-thriller-drammaticopsichiatrico insopportabile. Per tre motivi:

Il primo: stereotipi, deja vu e banalità da cima a fondo:
-La “psichiatria cattiva” che vuole imbambolare il paziente a suon di iniezioni fregandosene del suo bene.
-Il presunto schizofrenico che in realtà tale non è, ma è solo un ET incompreso.
-Il medico illuminato che, sotto lo sguardo torvo di disapprovazione dei colleghi, si oppone al pensiero unico e dà una possibilità al paziente.
-L’alieno proveniente da una civiltà superiore, incuriosito e irritato allo stesso tempo dalla brutalità della civiltà terrestre, che propina lezioni di antropologia e filosofia spicciola. La perla: “Avevate Cristo e Buddha ma non li avete ascoltati, chissà perchè”.
-I pazienti del manicomio che necessitano solo di qualcuno che gli faccia aprire gli occhi per guarire. In fondo la malattia mentale è solo una categoria della “psichiatria cattiva”. L’altra grande perla, stavolta medica: “Tutti gli esseri hanno la capacità di curarsi da sè”.
-L’ipnosi che è più efficace di una macchina del tempo.
-Grazie alla botta di c**o – deus ex machina rappresentata da un mozzicone di matita il film ha la sua svolta definitiva.
-…

Il secondo: inverosimile. La figura dell’alieno-Prot è inserita in modo molto maldestro, in un contesto altrimenti realistico, senza una parvenza di verosimiglianza. Prot assume, per non troppo precisati motivi (analogia con “una bolla di sapone”???) sembianze umane: è umano nell’aspetto, nel comportamento, nella fisiologia tranne che per qualche stranezza messa li per caso: la luce lo infastidisce e vede i raggi UV (trasfigurazioni imperfette)… Viaggia a cavallo di raggi di luce, ma a velocità pari a 6c, facendo però attenzione a non fare frontali con altri viaggiatori spaziali (si sa, lo spazio è molto trafficato) e potendo persino portare qualcuno in braccio. L’idea è che non c’era troppa voglia di creare un contesto un po’ più articolato, molto meglio una bella tinta di sciatteria, più semplice.

Terzo: gli attori.
-Spacey: qui mi ha deluso, pareva quasi imbarazzato nel ruolo, ma forse ero io che proiettavo su di lui il mio imbarazzo durante la visione.
-Bridges: ottima interpretazione, se solo gli avessero dato il ruolo di comparsa era perfetta!
-Oscar al miglior attore (purtroppo non protagonista) all’anziano con gli occhialoni che cercava l’uccello azzurro, il migliore e non sono ironico. Peccato fosse un personaggio meno che terziario.

Una soluzione per migliorare il tutto l’avrei potuta fornire all’autore del libro o al regista: sarebbe stato più efficace se Prot e Robert Porter coincidessero veramente. Nessun alieno, un trauma psicologico, una realtà fittizia creata da Robert per superare il trauma e un buon thriller era confezionato.

PS. La scena migliore: Kevin Spacey che mangia la banana con la buccia: la ingerirà o meno? La visione vale la pena solo per questo!

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