Recensione su Jurassic World - Il regno distrutto

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UN DINOSAURO NON FA PRIMAVERA / 7 Giugno 2018 in Jurassic World - Il regno distrutto

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Quinto capitolo di una saga che per qualità è terminata dopo poco più di un film. Obiettivamente è complicato inventare qualcosa di nuovo in una saga così longeva, ma onestamente mi aspettavo una ripresa, se non fosse altro per la presenza al timone di un regista talentuoso come Bayona.

La trama purtroppo soffre degli stessi difetti del suo predecessore, ovvero una scrittura sempre e comunque prevedibile. Impossibile non capire da subito il vero motivo della missione di salvataggio, eppure la protagonista non lo capisce, nemmeno dopo cinque film di colletti bianchi vogliosi di lucrare sui dinosauri.

Alcuni svarioni sparsi che non mi tornano. Perché il senato degli stati uniti s’interroga sull’intentare una operazione di salvataggio degli animali? L’isola non è al largo della Costa Rica? boh. Com’è possibile che un dinosauro, un miracolo della genetica, valga all’asta quanto un centrocampista del Sassuolo?
Come se le falle di logica e la prevedibilità non fossero sufficienti ad affossare il titolo, la sceneggiatura fa il pieno di rimasticazioni dal precedente scadente capitolo. Abbiamo lo stesso identico finale, abbiamo l’ennesimo assurdo dinosauro creato in laboratorio (l’indo mazzocinese), abbiamo più o meno gli stessi omaggi seminati qua e là.
Il film è distintamente diviso in due macro blocchi, con la prima parte più improntata all’avventura e in definitiva più interessante della seconda. Se non ricordo male pure Jurassic World funzionava meglio nella prima parte rispetto alla seconda.
Bayona fa i miracoli per tirar fuori qualcosa di decente da questa sceneggiatura risibile e ci mette dentro tutto il suo cinema. Infatti è possibile ravvisare le atmosfere gotiche di “the Orphanage” come quelle fiabesche di “7minuti dopo mezzanotte”, senza contare un chiaro parallelismo a “the Impossible” con la lava al posto dell’acqua.

I personaggi sono sempre gli stessi, privi di carisma e con i buoni e i cattivi riconoscibili da un semplice colpo d’occhio. Come nel precedente i dinosauri stanno acquisendo personalità, forse persino troppa visto che In una scena, Blue, il velociraptor dotato di pensiero logico, si salva da una esplosione come Bruce Willis.

Una cosa che manca sul serio a questa nuova generazione di titoli è la violenza. Nei primi due capitoli la violenza era sempre presente e spesso palese e la cosa non può fare altro che creare tensione. Ora non è più possibile vedere una singola goccia di sangue e se qualcuno muore lo fa fuori scena, in separata sede per non turbarci troppo. Come se non bastasse oltre alla violenza manca pure l’ironia. Per farla breve mancano le emozioni.

Speravo in un ritorno di fiamma per una saga che mi ha fatto innamorare del cinema (nel 1993 avevo 7 anni e vidi Jurassic Park al cinema, un epifania) ma purtroppo il miracolo non si è compiuto. Questo riavvio è destinato ad un pubblico moderno e poco interessato alle storie che funzionano. Migliore del precedente ma non ne sono sicuro e comunque sai che sforzo!

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