Recensione su Juno

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Su col morale, via quel moralismo / 9 Settembre 2016 in Juno

Questo film a mio parere è un po’ un banco di prova. Se provi irritazione e fastidio, c’è una buona possibilità che tu sia allergico agli adolescenti tout-court e non è bene, vuol dire che sei già vecchio, non badi al fatto che domani loro si troveranno tra capo e collo i nostri casini belli e confezionati. Junbruco può stare sulle palle per via del suo modo di fare irresponsabile, per cui ecco prontamente azionati i moralismi adulti ipocriti. Come dire: una sedicenne incinta è già una troia, no? Questo è il simpaticissimo giudizio automatico di tanti bravi bianchi borghesini yuppies-inside. Se avesse abortito sarebbe stato più “igienico”, no?
Io adoro opere come queste. Ho adorato libri come Le vergini suicide di Eugenides, che trattano con dolcezza il tema dell’adolescenza dando ogni tanto qualche bella mazzata al mondo adulto criticone. In Juno c’è una leggerezza, un delicato scazzo – bravissima Ellen Page – vive in un mondo buffo, colorato, indie malinconichitarroso (al quale tanti guardano sospirosi sì, ma solo se è griffato – Wes Anderson, Amelie Poulain…bah) con un papà che avrà i suoi limiti ma ha il cuore tenero (grande J.K. Simmons), una matrigna che alla faccia degli stereotipi è una madre con le palle (strepitosa Allison Janney, una specie di Maggie Smith di mezza età). Il personaggio più bieco è quello di Jason Bateman (bravo a renderlo così bonariamente viscido), in coppia con una Jennifer Garner perfetta nel suo sorrisone plastico alla Julia Roberts, ossessionata dalla maternità, altoborghese nel dna. Jason Reitman ha un tocco felice; si ride e si piange (non so, forse solo chi ha una figlia può cogliere fino in fondo lo struggimento? può darsi…), si pensa, si celebra l’amore (quello giovanile ma anche quello tra genitori e figli, l’amicizia autentica..) e ci si toglie dalla testa qualche ragnatela.

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