Recensione su Jojo Rabbit

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Dramma, commedia, gioco, fantasia / 19 Gennaio 2020 in Jojo Rabbit

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Provo grande simpatia per Taika Waititi, quindi, forse, fatico a essere del tutto obiettiva nei confronti di Jojo Rabbit.
In sostanza, ho trovato questo film gradevole, drammatico, triste e divertente allo stesso tempo e sono stata felice di riuscire a vederlo senza restarne delusa, dopo averlo atteso a lungo.

Mi aspettavo questa atmosfera tra dramma e invenzione giocosa (non certo taluni inaspettati sviluppi narrativi) e speravo di imbattermi in personaggi delineati proprio in questa maniera, eroici e sensibili in maniera prevedibile, ma (per me, in questo momento) necessaria.
Insomma, Jojo Rabbit mi ha fatto bene al cuore e allo spirito, mi ha fatto ridere a più riprese (merito anche di Waititi in versione Hitler, ça va sans dire) e mi ha fatto scappare anche qualche luccicone.
Se devo essere sincera, la soluzione meno riuscita e incisiva coincide con uno dei momenti topici del film, l’addio di Jojo ad Adolf, perché (per me) troppo telefonata, troppo “a effetto”, troppo… coerente.

Buon casting: bel ruolo per Scarlett Johansson, azzeccato Sam Rockwell, adeguatissimo l’esordiente Roman Griffin Davis che, per vari motivi, mi ha ricordato Asa Butterfield quando era piccino.
Ho apprezzato molto le scenografie e i costumi in stile, ma anche le musiche “fuori tempo”.

6 commenti

  1. Insomnium / 4 Maggio 2020

    Consiglio spassionato:
    l’ho mollato dallo schifo dopo i primi 5-10 minuti … ho fatto male?

  2. TraianosLive / 5 Maggio 2020

    giusto

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