Recensione su John Wick - Capitolo 2

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Qualche tempo morto / 23 Settembre 2019 in John Wick - Capitolo 2

Seguito del primo John Wick, quasi senza soluzione di continuità, questo episodio punta per distinguersi su una maggiore spettacolarità, con lotte corpo-a-corpo e ripetuti investimenti con auto assai realistici – alla fine ti domandi quanti stuntmen siano stati sacrificati per la produzione di questo film. Purtroppo però vengono introdotti anche dei tempi morti che nel film precedente, più lineare, non c’erano. In particolare le scene romane girano un po’ a vuoto; il cast italiano oltretutto non aiuta la sospensione dell’incredulità – la più efficace è di gran lunga Ruby Rose, che italiana non è; la pacchianeria dell’ambientazione ti fa chiedere preoccupato che immagine ci si faccia all’estero dello stile italiano (o forse è lo stile camorrista che gli americani si immaginano così?); infine la scelta delle armi da parte di John Wick non pare sempre felicissima: non sono per nulla un esperto, ma con quel fucile a pompa l’ho visto un po’ in affanno. Al ritorno a New York il ritmo riprende: vediamo finalmente una dimostrazione dell’uso rinomato (e finora solo alluso) della matita come arma mortale; lo scambio di colpi col silenziatore tra la folla ignara nella nuova stazione del World Trade Center è notevole. C’è una nuova pausa con una specie di corte dei miracoli, buona sola per una rimpatriata di Reeves con Laurence Fishburne, un’altra scena d’azione molto dinamica con un continuo ricambio di pistole, la scelta banale di una sala degli specchi per agguati e sparatorie, e via così fino al finale aperto. Divertente, ma un po’ lontano dall’essenzialità del primo episodio.

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