6 Recensioni su

John Dies at the End

/ 20136.416 voti

7 Settembre 2017 in John Dies at the End

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Cominciamo col mettere in chiaro che il titolo non è uno spoiler, John non muore alla fine del film. Non che il concetto di inizio o fine abbia poi molto senso in questa pellicola dove i piani temporali e dimensionali intersecano e si accavallano costantemente. Ma andiamo con ordine, per quanto possibile. Seduto al tavolo di un ristorante cinese, David Wong, alter ego dello scrittore, racconta ad Arnie, un giornalista alla ricerca di una storia sensazionale, di come lui e il suo amico John abbiano salvato il mondo dall’intrusione di esseri provenienti da un’altra dimensione. Dave e John sono due poco più che ventenni che non hanno mai finito il college e che a malapena riescono a mantenere un impiego fisso. John suona in una band, è il più inaffidabile della coppia e ha la discutibile abitudine di riuscire inserire l’argomento del proprio pene in qualsiasi discorso. Dave, un tipo più tranquillo e misurato, lo accompagna nei suoi concerti in giro per l’anonima città dove vivono. Tutto inizia quando provano, insieme con altri amici, un nuovo tipo di droga, chiamata “salsa di soia”, capace di fare molto più che aprire letteralmente le porte della percezione. Oltre a sviluppare diversi poteri psichici e di preveggenza, la droga permette di vedere oltre la nostra realtà e consente di aprire porte verso altre dimensioni. Proprio da una di esse proviene la minaccia rappresentata da Korrok, tentacolato e monocolo tiranno di una spaventosa terra parallela dove la tecnologia è basata sullo sfruttamento degli esseri viventi, umani compresi. Per qualche strana ragione i due amici sono gli unici cui la “Say Souce” non provoca un’orrenda morte e, grazie ai loro nuovi poteri, sono risucchiati in un vortice rutilante di assurde e improbabili situazioni che li porteranno a scontrarsi con il menzionato Korrok. Questo film segna il ritorno di Don Coscarelli dieci anni dopo l’ultima sua regia cinematografica, se si esclude la parentesi televisiva con la serie Masters of Horror (episodio Panico sulla montagna nel 2005), quel Bubba Ho-Tep con cui condivide il tono irriverente, folle e ironico. Il romanzo di David Wong, pseudonimo di Jason Pargin, è un riuscito esempio di horror comico capace di generare in egual misura risate, terrore e orrore, fu in origine pubblicato a puntate sul blog dell’autore e solo in seguito raccolto, quasi controvoglia, in un libro. Tradurlo in un unico film non deve essere stata impresa facile, poiché molto ricco di eventi, personaggi e situazioni bizzarre e grottesche, tutte esposte con uno stile divertente che, chissà, forse in futuro potranno rendere Wong il corrispettivo orrorifico di quello che altri scrittori umoristici come Douglas Adams e Terry Pratchett sono stati per la fantascienza e il fantasy. La pellicola, pur riproponendo a grandi linee la trama, perde comprensibilmente per strada diverse sfumature e parte della sfrontatezza che contraddistingue il romanzo e che lo rende più divertente e comprensibile. Si concentra principalmente su Dave che racconta in prima persona la vicenda, come nel libro. Gli altri personaggi sopravvissuti al passaggio sullo schermo, rimangono sullo sfondo. Lo stesso co-protagonista John è meno incisivo e simpatico del corrispettivo letterario. Poco spazio anche per l’interessante figura di Amy, un’amica del protagonista cui manca una mano (ma capace di aprire una porta fantasma con l’arto fantasma…). Soprattutto il primo terzo del libro è riproposto fedelmente, poi il film accelera bruscamente, saltando buona parte dei successivi capitoli, fino al finale nella dimensione parallela, la parte più debole e frettolosa cui il basso budget non giova visivamente, visto che nel romanzo era descritta in maniera molto più immaginifica. Paul Giamatti, bravo come sempre, interpreta Arnie, protagonista del colpo di scena finale sia del film sia del romanzo. Nel cast sono presenti anche Clancy Brown (il Kurgan del film Highlander) e l’inquietante mimo Doug Jones.

Leggi tutto

15 Luglio 2013 in John Dies at the End

John Dies at the end.

Un nazi zombie viene decapitato con un’ascia.
Il nazi zombie ritorna con la testa riagganciata, sembrerebbe da una spillatrice, chiedendo vendetta poiché riconosce l’ascia usata per decapitarlo.
Il film inizia in questo modo.

Il modo brusco ma allo stesso tempo divertente per presentarci il nostro “eroe” (David, ndr) è una delle tante cose che ho più apprezzato della pellicola.
Unendo gli elementi peyote movie e cinema Horror a una dose abbondante di cazzeggio è molto probabile ci si avvicini a un film come John dies at the end.
Diretto da Don Coscarelli, e no non siamo parenti, il film nella sua semplicità è un vero gioiellino. l protagonisti sono due giovani, un componente di una boy band e un suo amico. La prima cosa figa è il fatto che il suo amico non è la spalla bensì il personaggio principale. Egli si imbatte in un Giamaicano dedito al voodoo, alle previsioni di catastrofi, gli predica qualcosa sul futuro.
E per futuro intendo AMERICA.
Il Giamaicano è dedito soprattutto allo spaccio di una nuova droga.
Ora voglio dire, non è una critica ma si ricade nel cliché del Giamaicano che spaccia dedito al voodoo.. stereotipo per stereotipo ambientiamo il tutto in un KFC. Il punto è che la droga in questione ha qualcosa di magico, strano, perverso, sublime, decadente insomma è come le droghe normali con l’aggiunta di poter attraversare dimensioni parallele, parlare con hotdog, cani, attraversare dimensioni parallele, avere una percezione del tempo e dello spazio completamente differente da quella dei comuni mortali. Al paranormale si lega l’umorismo, infatti il nome della droga è “Salsa di Soia”.

Evviva Dio.

Zombie, creature extraterrestri, morti che parlano, fenomeni paranormali, cani salvatori dell’umanità e un’intervista per raccontare la storia del duo.
Tutto quest è John dies at the end e sarebbe stato un gran film se poi non avesse preso la via dei viaggi in un altra dimensione, con un mostro ridicolo.
Piccola critica a parte, ve lo consiglio.
Da vedere con gli amici.

Se l’umanità è nelle mani di David e John, siamo fottuti.

Leggi tutto

10 Giugno 2013 in John Dies at the End

Guardare questo film è come fare zapping per un’ora e mezza. Scene nonsense, sconnesse, buttate lì giusto per stupire. Attori bellocci senza il minimo spessore. Un po’ di sano splatter, droga, filosofia da quattro soldi, esoterismo, diverse realtà che si incrociano, e chi più ne ha più ne metta. Un’ accozzaglia di idee mixate senza logica.
Irritante.

31 Maggio 2013 in John Dies at the End

Film folle e assurdo, va’ premiato per l’abilità con cui il regista Don Coscarelli, già autore del cult Bubba Ho-Tep, riesca a mescolare un intrigo da film horror – fantasy con una serie di gag tra l’umorismo nonsense e la demenzialità più becera. I fan del genere andranno in brodo di giuggiole, soprattutto gli appassionati delle prime opere di Raimi e Jackson, a cui il film deve molto

http://www.filmforlife.org/consigli-doc/film-missing-italy/john_dies_at_the_end_missing_in_italy-5846.html

Leggi tutto

9 Aprile 2013 in John Dies at the End

Confusione, mostri, morti, visioni, porte magiche…
E poi Korrok…
Non si può capire fino in fondo questo se non si prende della Salsa di Soia… Pare che abbia effetti decisamente curiosi.
Non che abbia molto senso questo film. E’ un’insieme di tutto per poi chiudersi in un niente.
Bocciarlo? Non me la sento.
Ma nemmeno consigliarlo.
Però non mi è dispiaciuto… 🙂
Ad maiora!

Leggi tutto

Domande / 16 Gennaio 2013 in John Dies at the End

Bizzarro, sbilenco, inventivo, ironico, tentacolare, spiazzante, ma soprattutto divertente. Cosa chiedere di più?

inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.

Non ci sono voti.