Recensione su John Carter

/ 20126.2170 voti

23 Settembre 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Perché si sparano coi cannoni laser ma poi hanno le spade? John Carter, oltre che un personaggio piuttosto antipatico, è stato uno dei maggiori flop della storia del cinema (tipo 300 milioni di dollah spesi, rientrate→ briciole). Bravi bravi ^^ Trattasi di questo tizio, militare sudista e cercatore d’oro, che si trova proiettato su Marte. Così. Su Marte c’è meno gravità, allora lui è tipo un supereroe coi superpoteri. E la gente su Marte indossa i costumi dei peplum. Il personaggio principale è l’anello debole, una specie di Kabir Bedi pure più antipatico, ad una certa lo spogliano degli abiti terrestri e diventa He-man. La principessa invece è fiqa ma anche un po’ archimeda, e la spogliano ma non abbastanza che siamo un film Disney. Tutto impepato di semplicità idiota da filmone americano, lui sta nudo su Marte senza nemmeno una protezione, chessò, 12, e ha l’umorismo di una zucchina, riesce a fare una battuta dopo quasi un’ora e mezza, oltre a essere ignorantemente cocciuto. La trama sostanzialmente consiste in lui che viene catturato 500 volte, ma poi si libera. Da tutti, più volte. Il regista è alla prima prova con un film non di animazione, era quello di Wall-E e Finding Nemo (alla faccia del), e infatti il resto tranne il personaggio principale su cui è costruito tutto ha qualità sparpigliate, i personaggi secondari tipo il cane e Willem Defoe alieno, ma più il cane, e i grandi spazi desertici del pianeta rosso, kinda western rivisitato, dove lui bel bello se la salta fascinoso. Gli alieni simil aborigeni-apache restano gli unici incazzati ma simpatici, che infatti vengono convinti dal nostro eroe ad andare a farsi ammazzare per lui senza nessunissima buona ragione (e gli americani si stupiscono quando citofonano alla gente per giocare alla guerra e non risponde nessuno). Tra una ripresa di Star Wars quelli vecchi e l’altra, e dai e dai il film riesce comunque ad intavolare una specie di epica sua, di rovescio del destino, no al razzismo e per l’amorevvverocongnocca da quella parte.

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