Jobs

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Jobs

Si racconta la storia di Steve Jobs, co-fondatore della Apple, colosso dell'informatica, tra il 1970 ed il 2000.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Jobs
Attori principali: Ashton Kutcher, Josh Gad, Lukas Haas, Victor Rasuk, Eddie Hassell, Ron Eldard, Nelson Franklin, Elden Henson, Lenny Jacobson, Giles Matthey, Dermot Mulroney, Matthew Modine, J.K. Simmons, Kevin Dunn, Brett Gelman, John Getz, Lesley Ann Warren, Abby Brammell, Annika Bertea, Ava Acres, Ahna O'Reilly, James Woods, David Denman, Brad William Henke, Robert Pine, Amanda Crew, Masi Oka, Clint Jung, Paul Barreto, Samm Levine, Cody Chappel, Joel Murray, William Mapother, Scott Krinsky, Evan Helmuth, Laura Niemi, Jim Turner, Clayton Rohner, Rachel Rosenstein, Christopher Curry, Mark Kassen, Dan Shaked, Duncan Bravo, Kent Shocknek, Aaron Kuban, Olivia Jordan, Aaron Olatunjie, Mostra tutti

Regia: Joshua Michael Stern
Sceneggiatura/Autore: Matt Whiteley
Colonna sonora: John Debney
Fotografia: Russell Carpenter
Produttore: David C. Traub, Mark Hulme, Marcos Rodriguez
Produzione: Usa
Genere: Storia, Biografico
Durata: 129 minuti

Dove vedere in streaming Jobs

Bellissimo / 18 Agosto 2016 in Jobs

E’ stato davvero interessante come film.

Jobs / 3 Agosto 2015 in Jobs

Di fronte a film biografici di questo genere, il giudizio cinematografico tende necessariamente ad essere limitato a pochi aspetti.
La storia, infatti, quella è.
Ci si può limitare a chiedersi se sia o meno aderente alla realtà, se sia stata presentata in maniera coinvolgente, se abbia saputo far emozionare, ecc.
Possiamo dunque dire che questo film tende, da un lato, all’agiografia, anche se, di contro, appare onesto sotto molteplici aspetti, quanto meno non oscurando i lati meno cristallini di Jobs, che coincidono con quei momenti in cui è emerso in lui l’uomo d’affari, accantonando momentaneamente il genio dell’informatica.
Perché Steve Jobs è stato sì un grande innovatore, ma anche e soprattutto un grande uomo di business. Il suo socio e amico Wozniak, che probabilmente lo superava quanto a capacità puramente tecniche, era un pessimo venditore ed un pessimo commerciale, ed è infatti subito passato nelle retrovie, nonostante l’idea originaria, quella da cui era partita la storia di Apple, fosse stata la sua.
Il film è coinvolgente, questo sì, ma non è altro che l’ennesimo prodotto di business che sfrutta il marchio Steve Jobs.
Ne presenta la vita, con sintesi forse estrema (ma del resto per fare diversamente ci sarebbe voluto un film alla Heimat), ad uso e consumo del fan nostalgico, del geek/nerd smanettone pronto a pontificare dopo l’uscita dalla sala, e, soprattutto, dell’uomo medio che vuole conoscere qualcosa di più di quello che è stato innegabilmente un grande uomo, e che si accontenta di questo condensato di nozioni ed emozioni.
Per il resto, da un punto di vista cinematografico il film vale poco o nulla: nessun guizzo, nessun tentativo di creare qualcosa di memorabile e/o originale (forse il timore di essere confrontati con il soggetto della pellicola, uno che dell’originalità era l’emblema vivente?).
Kutcher si impegna.
Si può dire che ce la metta tutta (postura, sguardo, espressioni).
Ma la figura di Jobs (soprattutto quella degli ultimi dieci anni di vita) è talmente impressa nell’immaginario collettivo, esattamente come il design di uno dei prodotti da lui ideati, che la tolleranza di un surrogato viene categoricamente rifiutata dalla mente prima ancora che dall’occhio.

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4 Maggio 2015 in Jobs

Steve Jobs (Ashton Kutcher) e la sua incredibile storia.
La sua caparbietà, la sua voglia di emergere, il suo genio nel creare un mondo nuovo e innovativo.
Questo film interpreta in pieno il suo carattere e il suo desiderio di cambiare il mondo. Senza però tralasciare il suo essere egoista e spesso insensibile verso tutti.
Un vero treno.
Uno schiacciasassi…
Bel film. Volano le 2 ore. Molto ben fatto.
Non molto approfondito nei particolari ma impossibile fare di più.
Come nasce la APPLE…
Da non perdere…
Ad maiora!

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Delusione / 7 Febbraio 2015 in Jobs

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Inizio parlando del libro, che parla dell’ormai scomparso Steve Jobs, partendo dalla sua adozione, perché i suoi genitori naturali non se la sentivano di crescere un figlio, nonostante alla fine c’avessero ripensato, ma ormai le pratiche erano ad uno stato “troppo avanzato” per tornare sui propri passi.
Parla delle sue esperienze scolastiche, quando un’insegnante lo prende in simpatia, riuscendo a spingerlo a fargli fare i compiti richieste, infatti come lo stesso Steve ha sostenuto, questa insegnante è stata una dei primi “santi” della propria vita, altrimenti sarebbe diventato un criminale.
Arriva a frequentare l’università che desidera, nonostante le difficoltà economiche dei genitori adottivi, ma trovando le lezioni poco interessanti, il rettore dell’università, lo lascia comunque girare per i vari corsi, fra cui quello di calligrafia, che gli fa imparare la differenza fra i caratteri Helvetica, Times, eccetera eccetera, cosa che si porterà dietro alla Apple.
Nonostante i rapporti coi genitori adottivi non sempre siano stati rose e fiori, loro hanno sempre cercato di sostenerlo, una cosa che ha imparato dal padre adottivo, è stato il riuscire a trattare con le persone, suo padre era un’esperto meccanico, conosceva benissimo i pezzi, quindi sapeva farci quando si trattava d’affari.
Più volte Steve lo seguiva, mentre doveva trattare coi clienti, capendo subito che se conosci bene il tuo settore, riesci ad ottenere che cos’hai in mente.
Dopo l’abbandono definitivo dell’università, Steve inizia un viaggio in India, dove gli viene insegnato più l’uso della propria intuizione che della razionalità.
In quel periodo, pochissime volte fa sapere ai genitori dov’è e come sta, difatti, al rientro dall’India, è stata con una semplice telefonata fa sapere di trovarsi all’aeroporto, se qualcuno lo viene a prendere.
Con l’amico di scuola Woz, anche lui appassionato d’informatica, decidono di fondare la loro compagnia informatica, puntando su prodotti di facile uso.
Non riuscendo a trovare un nome, arrivano al nome Apple (mela), perché a Steve sembrava un nome che suscitasse vivacità e simpatia, non metteva in soggezione e soprattutto ammorbidiva la parola “computer”.
Così, se non avessero trovato un nome “migliore” entro il pomeriggio seguente, avrebbero tenuto questo, e così fu.
L’Apple I non questo gran successo, però il riscatto l’ottengono con l’Apple II.
Riescono a fare una vista alla Xerox, il conosciuto marchio di fotocopiatrici, scoprono che l’azienda investe un sacco di soldi nello sviluppo di tecnologia, quello che ora troviamo sulle classiche “scrivanie” dei nostri pc, vi ricordo che allora i comandi al pc si davano con le classiche “righe di comando”, svogliando ai più l’uso dei computer, a parte gli appassionati.
Jobs si rende conto che la Xerox è seduta su una miniera d’oro, non capendo perché non avessero mai messo in vendita i loro prodotti, così gli ruba l’idea ed inizia a svilupparla in casa con l’amico Woz.
Nasce così il Macintosh, il nome, per rimanere in tema col nome dell’azienda, è una varietà di mele negli States.
Nonostante il successo del prodotto, Jobs sta cercando di produrne un seguito, il Lisa, nome della sua primogenita, che per anni si è rifiutato di riconoscerne la paternità, visto che ai tempi dell’università e del viaggio in India (ricordo che erano gli anni 70), Jobs sosteneva che la madre potesse essere stata con diversi uomini, visto l’amore libero che tanto si proclamava all’epoca.
Il consiglio d’amministrazione, decide di cacciare Jobs, perché sta spendendo troppi soldi ed energie dei dipendenti nel prodotto.
Cacciato dalla propria casa, fonda la NeXT, ma gli affari non gli vanno benissimo, ma non avendo amministratori tra le scatole, fa un po’ come gli pare, arrivando, per fare un’esempio, a spendere 100.000 dollari solo per il marchio, era il 1987!
Poco dopo compra la Computer Divison dalla Lucasfilm di George Lucas, lo stesso Lucas, al tempo non ci vedeva un gran futuro nell’animazione digitale (più avanti negli anni si ricrederà) ma Jobs ne intuisce il potenziale e compra, non potendosi permettere un’altro fallimento con la NeXT.
Inizia così una solidale amicizia con John Lasseter, capo della Computer Division, che poi si chiamerà Pixar.
Nascono i primi corti come Tin Toy e Knick Knack.
All’inizio degli anni novanta, la Pixar vuole fare il grande passo, producendo il loro primo lungometraggio.
Visto che Tin Toy è stato il primo cortometraggio in CGI a vincere l’Oscar, la Disney, più d’una volta cerca di far firmare un contratto a Lasseter, per l’acquisizione degli Studios, rifiutandosi, consiglia alla Disney di realizzare il film insieme.
Dopo una produzione difficoltosa, Toy story esce nei cinema, incassando cifre astronomiche in tutto il mondo.
Nel frattempo le cose alla Apple, le cose non vanno benissimo, non vendono prodotti innovativi ed efficaci, più o meno dall’uscita di scena dalla casa di Jobs.
Così viene chiesto a Jobs di rientrare, ma come consulente esterno, è qui che conosce Tim Cook, suo futuro stretto collaboratore.
Poco tempo dopo riesce a rientrare completamente alla Apple, riprendendo i redini dell’azienda.
Inizia così a revisionare completamente le linee dei prodotti.
Il primo prodotto che rilancia la Apple è il primo iMac, quello che sembrava un uovo, di colore blu.
Da allora, nonostante ogni volta arrivassero critiche negative a pioggia, all’annuncio dei vari prodotti che finora sono usciti, la Apple ha dimostrato di sapersi innovare ed innovare l’uso coi pc da parte del consumatore, vedi la rivoluzione con la musica avviata col lancio di iTunes ed i prodotti iPod, o quella coi telefoni con l’iPhone.
Nel 2008 però inizia il calvario con la sua malattia, cominciato poco dopo il suo reintegro alla Apple, il suo stomaco gli da continuamente problemi, costringendolo più volte ad interventi in ospedale.
Ad ottobre 2011 Steve passa a miglior vita, all’età di 56 anni.

Dopo aver straparlato del libro, il film mi ha abbastanza deluso, nel senso che parla della vita di Jobs e la sua storia con la Apple.
L’adozione viene appena menzionata, vengono dedicati pochi minuti al suo viaggio in India.
Il film inizia quando ormai lui è già all’università, che passa fra i vari corsi indisturbato.
Si vede il suo rifiuto ad accettare la paternità della prima figlia, ma poi la sua riunione viene di nuovo appena accennata.
La sua uscita dalla Apple, la fondazione della Next viene appena citata in forse trenta secondi, e la sua storia con la Pixar non viene neanche nominata, così come la sua malattia.
Per non parlare del suo reintegro alla Apple, si vede che conosce Tim Cook, ma anche in questo caso accenna solo alla revisione dei prodotti, saltando tutta la rivoluzione musicale e telefonica che ha fatto coi suoi prodotti.
Il film salta parecchie cose, che, per chi non ha letto il libro, si fa un’idea parziale di cos’ha fatto e chi era.
Qualcuno mi dirà, e sono d’accordo, che ci vorrebbe un film di due ore mezza/tre per raccontare la sua vita e, personalmente, confido che il prossimo film dedicato a Steve Jobs renda un’omaggio migliore alla sua figura.

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3 Agosto 2014 in Jobs

L’avrei voluto più documentario…