15 Dicembre 2012 in JFK - Un caso ancora aperto

Metá documentario, metá pseudo-ricostruzione storica, questo provocatorio film di Oliver Stone abbraccia la tesi complottista sulla morte di JFK del procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison, dal cui libro é essenzialmente tratto.
Il film é un pugno allo stomaco, 3 ore fitte fitte, con dialoghi e monologhi intensissimi, non semplici da seguire.
Da un punto di vista artistico non ha praticamente nulla, e non mi spiego assolutamente l’Oscar alla fotografia. L’interpretazione di Kevin Costner, peraltro, non é nemmeno un granché.
Ma la grandezza di questa pellicola sta nella capacitá di svegliare le coscienze, nel desiderio di veritá che infonde, a prescindere dal fatto di credere o meno alle tesi complottiste, difese magistralmente da Stone ma che meriterebbero il sacrosanto beneficio del contraddittorio e che spesso si celano dietro lo scontato riferimento al qualcosa-di-troppo-grosso-contro-cui-é-impossibile-mettersi-contro.
Un esempio lampante di cinema impegnato, quello capace di sollevare dibattiti, polemiche e movimenti di opinione. Stone ci é riuscito alla grande e forse é anche merito suo se i documenti sull’assassinio di JFK, classificati come riservati in quanto attinenti la sicurezza nazionale, sono stati resi noti qualche anno dopo l’uscita del film e ben prima del 2030, anno in cui sarebbe caduta la riserva sul segreto.

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