Recensione su Giovane e bella

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Bella di giorno 2.0 / 9 Novembre 2013 in Giovane e bella

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Sei stelline e mezza)

Un elegantissimo Ozon propone un tema scabroso come quello della prostitutzione minorile edulcorando leggermente la pillola, mostrando lo squallore delle situazioni arrivando ad un pelo dall’incedere troppo morbosamente sui dettagli “di colore”.

Come la (talora irritante) madre della protagonista, lo spettatore si domanda per tutta la durata della pellicola perché Isabelle abbia deciso di prostituirsi.
Il dialogo finale tra la ragazza e la moglie di un suo cliente parrebbe disvelare tutto ( o forse no?), ma resta il fatto che l’enigmatica Isabelle, tanto bella (ed algida) quanto introversa e complessa, oscura oserei dire perfino a sé stessa, genera sentimenti contrastanti nella platea: da un lato, suscita tenerezza, perché ispira istantaneo desiderio di protezione; dall’altro, invoglia all’ “antipatia”, perché spreca con leggerezza spaventosa le sue virtù, senza “motivare” le proprie scelte. Pare che non sappia che farsene del suo fascino e della sua evidente beltà ed uno spreco tale non può non infastidire chi vi assiste.

Eppure, ripensando a Rimbaud, citato con Romanzo (Quando hai diciassette anni non fai veramente sul serio), si potrebbe blandamente giustificare ogni “errore” di Isabelle.
Il fatto è che lo stesso Rimbaud, in Giovinezza, dice: L’ingenuità fisica amaramente avvilita. Ecco: l’ingenua maturità sessuale di Isabelle ha perso spontaneità, è stata avvilita da qualcosa che neppure a lei, in fondo, ha mai dato davvero piacere.

2 commenti

  1. IamVertical / 10 Novembre 2013

    io credo che una grande importanza l’abbia avuta il breve dialogo tra Isabelle e sua madre quando, di fronte ad una eventuale infedeltà di quest’ultima, la madre appunto risponde “se lo avessi fatto, che cosa cambierebbe?”. Laconicamente, Isabelle risponde “ti fideresti di me”. Il che, rovesciato, significa: non mi fido di te.
    così come non si fida del padre, così come non si fida di un certo mondo adulto.

    • Stefania / 10 Novembre 2013

      @giovanna: credo che questa sia un’interessante chiave di lettura delle premesse della storia: forzando un po’ i significati, può darsi, infatti, che Isabelle (come tanti, se non tutti, direi) nutrisse particolari aspettative dalla sfera sessuale, ma queste, come dimostra la sua “prima volta”, sono state disattese.
      Questo evento, come posso dire, è stata la classica goccia.
      E’ probabile che Isabelle, già -più o meno consciamente- risentita nei confronti degli adulti (separazione dei genitori, lontananza del padre, ecc.), si sia detta qualcosa come: “Tutto qui? Ecco un’altra bugia/un nuovo tradimento delle aspettative”.
      Ho pensato addirittura (e forse ho esagerato, ne convengo) che questa delusione l’abbia resa in qualche maniera frigida e, questo sì, chiaramente calcolatrice: lei sa bene quale sia il fascino che ha sugli uomini (non a caso, la sequenza in cui è palese che stia pensando di sedurre il compagno della madre mi ha turbata più di altre!) ed il fatto che ammetta di provare piacere (forse, l’unico piacere reale, per lei) nell’attirarli, seppur dietro compenso, è prova e conferma del suo affrancamento da un mondo (la sua famiglia, l’ambiente scolastico, ecc.) che non ammetterebbe mai (per mancanza di esperienza, per via di una data forma mentis) di essere in grado di accettare una simile trasgressione all’ordine morale costituito.
      Grazie per avermi fatto riflettere ancora sul film 😉 Diverse di queste considerazioni erano latenti e sono riuscita ad esprimerle, corrette o meno che siano, solo in coda al tuo commento.

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