22 Dicembre 2012 in J'ai oublié de te dire

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

So, qua va innanzitutto detto come ci siano Omar Sharif vecchio – no, dico, Omar Sharif! Se voi foste donne e lo foste state 40 anni fa a questo punto vi sareste già tutte bagnate! E di dire “foste state” non mi capita quasi mai, per cui ufficialmente mi compiaccio U_U. Insomma, era nel Dottor Zivago, bloody hell! Mentre lei è la Rosetta dei Dardenne. Ma, visto che siamo di nuovo a dare perle ai porci, ci rinuncio e vi dico solo che è belga *_*
Una giovane difficilotta finisce a fare lavori agricoli nella campagna francese. Nel frattempo incontra, si scontra e nasce un’amicizia che è quasi amore ma no, con un vecchio che sta lì, un ex maglia gialla del Giro di Francia in pensione, che adesso è pittore. E la prende sotto la sua ala per insegnarle l’arte. Per cui campagna francese, sole, cielo terso, vita tranquilla. É un filone ben specifico (per dire, a Dubai mica lo possono fare). Il problema è che lui ha, che era, una qualche malattia che non so perché non venga specificata ma perde sempre di più la memoria (sarà l’alzheimer – e no, non so come si scriva). Per cui triste declino, arie interrogative, ma tu chi sei? Parabole discendenti su colline gialle di grano e caldo, aria soffusa. Très français, aussi.

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