29 Gennaio 2013
Credo di preferire l’Eastwood fittizio e intenso, quello che si butta in una sceneggiatura, la fa sua e ti colpisce come avesse un martello, ma la biografia di Hoover non è certamente un fallimento. Il film è molto lungo, 2h 20 min, ma non mi sono pesate e sono giustificate dalla necessità di narrare di un cinquantennio di ascesa, egocentrismo, rivoluzione investigativa, patriottismo malato ( a mio parere) e megalomania sfrenata. Oltre a ciò, vanno inclusi gli aspetti privati della vita di Hoover, quelli meno certi, che penso siano stati trattati con discrezione e senza forzare la mano, dato il personaggio complicato, dal carattere impossibile e dal rapporto morboso con la madre. Omossessualità o no, ha represso ogni forma di affetto esplicita.
Leonardo Di Caprio fa come sempre un lavorone, sebbene il personaggio non gli permetta troppi slanci. Anche il resto del cast non è male. Ciò che è male è il trucco di Armie Hammer, una maschera plastificata, specialmente nella prima metà del film e il doppiaggio italiano, uno dei peggiori mai visti. Il solito doppiatore di Di Caprio che fa il vocione invecchiato era inudibile, assolutamente.
Merito al montaggio, che poteva venir fuori uno schifo e invece è stato ottimo, alla fotografia molto cupa e alle musiche, al solito di Clint.

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