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Izo

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19 Marzo 2014 in Izo

イゾウ

Di solito i film di Takashi Miike non mi lasciano nulla di particolare eppure vedendo Izō non ho potuto fare a meno di notare come una pellicola lineare ed abbastanza sempliciotta (Izō è samurai che viene condannato, crocifisso ed ucciso ma vittima di una maledizione è costretto a viaggiare nel XX secolo decimando tutto quello che incontra sul so cammino, uccidendo tutti coloro i quali hanno la sfortuna di incontrarlo.. e ci terrei a precisarlo, bambini inclusi) racchiuda un significato più importante.

Il film è brutto, si signori miei, è brutto eppure è fantasticamente curioso. Moralmente e visivamente scorretto Izō è brutalità in pellicola.

Chiunque vi dica: “Questa pellicola è girata con i contro cazzi, ha degli effetti speciali meravigliosi” probabilmente durante la visione o ha cambiato sala oppure ha messo un altro film.

Sicuramente rispecchia quello che è il Cinema per Miike: un veloce rapporto sessuale con tanto di mugolati; donne sventrate; un susseguirsi di massacri; una telecamera che inquadra quel che ca**o le pare. Ma al di là di questo ?

Cinematografico non dice nulla eppure, eppure c’è del profondo. IZO è nichilismo smodato. Individualismo smodato con uno spruzzo di anarchismo qua e là. Filosofia spiccia e sanguigna.

I precetti morali del film annullano lo spettatore, il regista mostra come la violenza sia una componente della nostra vita esagerando, è suo solito, nell’esito finale.

Non solo violenza, è la struttura statale del Giappone moderno ad essere distrutta. La spada del samurai, attraverso voli pindarici di centinai e centinaia di anni, purificherà una serie di figure che hanno sporcato il Giappone. Film storici, immagini di repertorio (aspetto curioso del film) sono legati alle note di una canzone cantata da un mariachi nipponico.

Questo film nel suo essere apolitico è estremo.

Consiglio agli amanti del regista e agli amanti del Cinema degli eccessi.

DonMax

Note.
il film completo:
http://www.youtube.com/watch?v=pIw3APHkvX8

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11 Dicembre 2013 in Izo

Forse esiste un regista la cui follia e visionarietà è più indomabile di quella di Lynch: una pellicola quasi impossibile da decifrare da parte di uno dei più deliranti cineasti contemporanei. C’è chi chi lo definisce un horror filosofico, di certo si tratta di un canto strozzato, come quello del cantante che accompagna inspiegabilmente le scene. Izo rappresenta l’umanità , il senso generale e indefinito di rancore, l’ineluttabile crudeltà dell’uomo e dei principi precostituiti dalla società . Credo di non aver mai visto tante persone uccise nello stesso film, senza risparmio di sesso e di età

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23 Luglio 2013 in Izo

Una cosa quando si parla di Izo è certa: o lo si ama o lo si odia.
Una pellicola complessa quella di Takashi Miike, piena di citazioni e rimandi al Giappone degli ultimi secoli e arricchita da immagini di repertorio del Secondo Conflitto Mondiale, una metafora in cui ogni personaggio non è solo ciò che appare bensì un’idea, un concetto.
Sicuramente non il più facile dei film del Maestro Miike, Izo è un’opera per pochi, non classificabile sotto alcun genere e difficilmente capibile dopo una sola visione.

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