Recensione su It - Capitolo due

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IT – CAPITOMBOLO 2 / 2 Febbraio 2020 in It - Capitolo due

Se possibile ancora più maldestro del primo capitolo. Un vero e proprio catalogo di ciò che non funziona in un horror moderno. Intendiamoci bene…non funziona artisticamente ma funziona commercialmente perché qui stiamo parlando di un operazione che con due film costati complessivamente 100 milioni ha generato oltre 1 miliardo e cento di paperdollari d’incasso al botteghino. Successo immeritato.

La sceneggiatura è nuovamente affidata a Gary Dauberman, un vero specialista dell’horror pezzente, già autore di gemme preziose (tipo quelle che trovo nel pannolino di mia figlia) come tutti gli Annabelle, the nun e IT appunto.
Per mantenere la fama anche sta volta fa un casotto costrunedo una storia che si ripete e si ripete e si ripete e si ripete e si ripete e si ripete. Si ripete sei volte perché i protagonisti sono sei e ognuno di loro ha lo stesso peso specifico e ognuno di loro deve avere lo stesso spazio e ognuno di loro deve affrontare lo stesso schema. Due palle capitolo 2.

Muschietti delude nuovamente. Per quel che mi riguarda tutto il credito guadagnato nel 2013 con “la madre” si è esaurito definitivamente. Come fa a non rendersi conto di dove sta andando la baracca? come fa a non mediare con una sceneggiatura chiaramente riportata pari pari su schermo? e come fa a non rendersi conto di quanto è brutto esteticamente il suo film. Ciao Andy!

Una cosa che mi da i nervi. Muschietti &CO. si preoccupano di spaventare lo spettatore e non i protagonisti della vicenda. Io dovrei temere per le sorti dei miei “amici filmici” non perché qualcuno vuole farmi Buu!!! all’improvviso. Non funziona così un horror. Poi va beh…se mi vuoi spaventare con della pessima cgi hai delle pretese nei miei confronti.

Cary Fukunaga: “Volevo fare un film horror non convenzionale. Non rientrava nell’algoritmo di ciò che sapevano di poter spendere e su cui lucrare, considerando che non volevano offendere il loro pubblico abituale”, “Loro [New Line, n.d.R.] non volevano dei personaggi, ma archetipi e paura. Avevo scritto la sceneggiatura. Loro volevano che realizzassi una sceneggiatura molto più inoffensiva e convenzionale. Ma io non credo si possa adattare nel modo giusto Stephen King rendendolo inoffensivo. “, “Credo che lo studio avesse paura di non riuscire a controllarmi. Ma in realtà sarei stato un perfetto collaboratore. È questa la parte ridicola. Si trattava solo di una percezione. Non è mai successo che, a una nota dello studio, io abbia risposto: ‘Ca**o gente, questo non la faccio’. C’è sempre stato un dialogo con loro.”

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