Che angoscia! / 27 Dicembre 2012 in Io sono l'amore
Una delle (tante) terribili prove del cinema italiano (perché, perché, spiegatemi perché siamo (così spesso) tanto incapaci!):
– trama da melodramma della peggiore qualità, con incrocio tra Flaubert (non ci vuole un cervellone per capire che è da qui che viene la scelta del nome di Emma (Bovary)) e Lawrence (“L’amante di Lady Chatterly”, tanto per cambiare, che evidentemente sembra essere l’unico cliché disponibile per le “donne bene” quando rifiutano di stare al contratto stipulato dalla formalità e dalla famiglia legittima – che barba!… ah, ovviamente l’amante l’abbiamo “mediterraneizzato” e al posto di fargli fare il guardiacaccia gli abbiamo fatto fare il cuoco! [ahahah – se ci penso…])
– temi di una banalità e stereotipia spaventosa (non li cito nemmeno, basta immaginare il peggio per ciascuno di noi, e sicuramente verrebbe confermato)
– intreccio con “salti narrativi” ingiustificati che rendono ancora più assurdo l’assurdo tematico, ma che fanno sicuramente molto “film fuori dagli schemi” [ma “fuori” siamo noi che lo abbiamo visto – dai gangheri)
– silenzi imbarazzanti per inappropriatezza e scelte linguistiche terrificanti (un concentrato di accenti bizzarri e poco identificabili (ma Tilda, su! direi che la Russia l’hai vista giusto in cartolina!) e un tocco di “english” qua e là per dare il tono (sospetto) di un nord internazionale (e fascista considerando la font usata per le grafiche): ma dai…)
– condimento di un po’ di riprese azzardate e estetizzate al punto giusto, così fa molto film d’autore…
– e facciamo che soprassiedo sul commentare i riconoscimenti che sembra aver ricevuto
🙁

concordo in tutto e per tutto. Un prodotto decisamente scarso sotto ogni punto di vista.
Già… sigh!
Solo io trovo che sia un ottimo film? 🙂
A quanto pare sono in minoranza, ma a mio parere è un film di un’eleganza sublime, ottimamente diretto e recitato, con un intreccio non troppo scontato e, soprattutto, slegato dallo stretto provincialismo dialettale che ammorba il cinema italiano dal 2000 in poi…
Posso dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità? 🙂
In effetti la tua recensione, che avevo letto e che alla fine aveva contribuito a farmi scegliere di vedere il film (anche se ne avevo notato il trailer in precedenza, e sembrava promettere bene – ari-sigh), post-visione mi ha sorpreso. Insomma, magari non abbiamo proprio sempre gli stessi gusti ma non ti ho mai percepito come diametralmente opposto alle mie percezioni… e recidivo in più! 😀
Non immagini quanto sarei curiosa di capire bene come mai lo vedi così, questo film 🙂 a parte il provincialismo dialettale ammorbante su cui sono visceralmente d’accordo: sembra che i cineasti contemporanei ritengano l’italiano un optional della nostra identità, e soprattutto garanzia in sé di “culturalmente e contenutisticamente interessante”; no comment.