18 Marzo 2013
Se The dreamers non aveva sostanza, Io e te ha autenticità. La condizione d’isolamento ritorna spesso in Bertolucci (Ultimo tango a Parigi, Il tè nel deserto e anche the dreamers…) ed è intesa come un’occasione per portare in superficie cose che rimangono spesso sotto pelle. Io e te è un film semplice ma vero, perfettamente in linea con lo stile e le motivazioni di Bertolucci. La psicologia dei due protagonisti, così vicini e nello stesso tempo lontani, viene tratteggiata con semplicità e autenticità, portando a galla due figure borderline, due giovani che fuggono dalla società, dal contatto con gli altri per isolarsi in una cantina. Lorenzo e Olivia scappano da cose diverse ma si ritrovano uniti da un’idea comune. E in quell’unione ritrovano se stessi. Superano le loro difficoltà, provano a vincere le loro paure. Cercano di acettare un mondo che non riconoscono. Lorenzo è metodico, razionale, un programmatore, per certi versi assomiglia alle formiche che studia e ammira. Il loro senso della comunità probabilmente lo attrae fino a che non scopre in Olivia una persona in grado di capirlo, di accettarlo, di cui prendersi cura. E Olivia riconosce in Lorenzo un fratello molto più vicino di quanto pensasse.
Bertolucci sembra lì con loro, nella cantina, è presente e attento ai suoi personaggi. E sa dare alla storia un carattere sincero.
Un piccolo grande ritorno.

Uh, forse è da recuperare, allora. Il romanzo – come al solito, per quanto riguarda Ammaniti – è una delusione paragonabile a “Che la festa cominci”
Non ho mai letto nulla di Ammaniti..ho solo visto Come Dio comanda di Salvatores e devo dire che non mi è affatto dispiaciuto.
Io e te forse non è memorabile ma è sincero…magari un pò tirato sul finale ma i personaggi sono credibili e il loro incontro è “vero”.
Poi rispetto a the dreamers è un salto enorme. In meglio.
Io con Ammaniti avevo iniziato bene, con “Ti prendo e ti porto via”, che qualche risata me l’aveva tirata fuori. Dopodiché sono passato ai successivi, uno peggiore dell’altro (“Come Dio comanda” è dosato malissimo, con un casino di pagine per descrivere una nottata e poche & frettolose per chiudere il libro, “Che la festa cominci” non ha né capo né coda, questo “Io e te” sembra scritto in due giorni e “Fango” mi dà l’impressione di una raccolta di racconti pulp scritti per racimolare un po’ di soldi &cc). L’ultimo non l’ho manco preso. Per quanto riguarda “The dreamers”… boh, quando l’ho rivisto mi è piaciuto di più. L’ho trovato pacato, non un capolavoro, però mi è piaciuto vedere un film sul Sessantotto dove non si gridasse alla lotta di classe
Credo di capire quale sia la scena di cui parli…in effetti occupa un pò di spazio anche nel film ma forse su pellicola risulta un pò più accettabile…Io e te è veloce, questo è indubbio (1 ora e mezza più o meno) ma forse Bertolucci bilancia un pò di più le situazioni…non aspettarti un capolavoro ma forse non sarà una delusione…
Per quanto riguarda the dreamers, è vero che è un film “non politico” ma a livello contenutistico sa molto di porno e basta…certo Eva Green è bellissima, ma cercare di dare un significato che vada oltre il menage a trois mi è risultato difficile…non so, è che è un pò la stessa cosa di on the road…sesso, alcol e droga ma di Kerouac neanche l’ombra…
Eh, ma appunto perché il suo messaggio non va molto al di là del menage a trois ho trovato “The dreamers” un bel film. La mia paura, infatti, era di ritrovarmi negli anni zero a vedere un film politico sul Sessantotto.
Per quanto riguarda “On the road”, rispetto troppo quel libro per vederne un rifacimento cinematografico (sebbene mi sia stato consigliato).
Avrei dovuto fare la stessa cosa pure io….e a questo punto ti consiglio di non vedere mai il film…
invece, per curiosità…butta un occhio a “I primi della lista”…il clima è più o meno quello sessantottino, solo che si allaccia ad un fatto bizzarro, tipicamente italiano…e secondo me non è un film politico ma un film che ha una certa ironia….