Intolerance: Love's Struggle Throughout the Ages
/ 19167.924 votiQuattro episodi di intolleranza e, di contrasto, quattro diverse manifestazioni di amore, relativi a quattro distanti eventi della storia, narrati non in sequenza ma con il montaggio alternato. Vicende contemporanee sulle difficoltà della vita operaia in La madre e la legge. Parabole di Cristo tratte dai Vangeli in La Passione di Cristo. La strage degli ugonotti ordinata dalla cattolica Caterina de' Medici in La notte di San Bartolomeo. L'attacco e la presa, ad opera dell'esercito persiano, della monumentale città di Babilonia, tradita dal potere religioso, in La caduta di Babilonia.
mandelbrot ha scritto questa trama
Titolo Originale: Intolerance: Love's Struggle Throughout the Ages
Attori principali: Lillian Gish, Mae Marsh, Robert Harron, F.A. Turner, Sam De Grasse, Vera Lewis, Lillian Langdon, Olga Grey, Erich von Ritzau, Bessie Love, Margery Wilson, Eugene Pallette, Spottiswoode Aitken, Ruth Handforth, Elmer Clifton, Seena Owen, Carl Stockdale, Mary Alden, Pearl Elmore, Julia Mackley, Miriam Cooper, Walter Long, Tom Wilson, Ralph Lewis, Lloyd Ingraham, John P. McCarthy, Monte Blue, Marguerite Marsh, Edward Dillon, Billy Quirk, Howard Gaye, William H. Brown, George Walsh, W.S. Van Dyke, Allan Sears, Frank Bennett, Maxfield Stanley, Josephine Crowell, Constance Talmadge, W.E. Lawrence, Joseph Henabery, Chandler House, Alfred Paget, Tully Marshall, Dore Davidson, Taylor N. Duncan, Owen Moore, Frank Borzage, Karl Brown, Frank Campeau, Constance Collier, Donald Crisp, Nigel De Brulier, Clarence Geldart, Dell Henderson, Russell Hicks, DeWolf Hopper Sr., Wilfred Lucas, Francis McDonald, Vester Pegg, Herbert Sutch, Herbert Beerbohm Tree, King Vidor, Hal Wilson, Tammany Young, Sylvia Ashton, Jennie Lee, George Beranger, Kitty Bradbury, Tod Browning, Frank Brownlee, Kate Bruce, Edward Burns, Noble Johnson, George Fawcett, Jewel Carmen, Carol Dempster, Mildred Harris, Daisy Jefferson, Carmel Myers, Eve Southern, Pauline Starke, Natalie Talmadge, Ethel Grey Terry, Francis Carpenter, Virginia Lee Corbin, Peggy Cartwright, Gino Corrado, William Courtright, Erich von Stroheim, Max Davidson, Douglas Fairbanks, Julia Faye, Clyde E. Hopkins, Alberta Lee, Elmo Lincoln, Loyola O'Connor, Wallace Reid, Alma Rubens, Madame Sul-Te-Wan, Ruth Darling, George Siegmann, Raymond Wells, Winifred Westover, David Butler, Mostra tutti
Regia: D.W. Griffith
Sceneggiatura/Autore: Anita Loos, Frank E. Woods, Tod Browning
Fotografia: Billy Bitzer
Costumi: Clare West, D.W. Griffith
Produzione: Usa
Genere: Drammatico
Durata: 197 minuti
Dove vedere in streaming Intolerance: Love's Struggle Throughout the Ages
Il film con cui Griffith cercò di rifarsi una verginità dopo le accuse di razzismo (evidente, peraltro) in “The Birth of a Nation” (che rimane un capolavoro). Se già il precedente aveva introdotto delle novità formali per l’epoca incredibili, tanto da essere considerato dai più come il primo vero film moderno della storia del cinema, cioè il primo vero film dotato delle caratteristiche narrative tutt’oggi presenti al cinema, questo fa un ulteriore passo di innovazione. Quattro storie ambientate in quattro epoche e quattro luoghi diversi, ma non presentate una dopo l’altra, bensì intrecciandosi continuamente. Una modernità nel montaggio clamorosa ma che ne decretò l’insuccesso commerciale, viste le difficoltà del pubblico dell’epoca nel seguire le diverse storie. Impressionanti poi alcune scene di massa, alla faccia degli arcaici mezzi tecnici, soprattutto nella guerra tra babilonesi e persiani: c’è, tra le altre cose, un movimento di macchina che si libra vertiginosamente su una folla e sui palazzi dell’antica città che sembra uscire dal cinema di almeno una decina d’anni successivo (da Metropolis, per esempio).
Detto questo, al di là delle novità filmiche, al di là dell’indiscutibile fatto che sia troppo importante e influente per non essere considerato un capolavoro e che praticamente tutto il cinema narrativo derivi da questo film e dal precedente di Griffith, le quasi tre ore ne rivelano le lungaggini, forse inevitabili (per mancanza di canoni stilistici a cui rifarsi). L’ultima mirabolante mezz’ora è comunque perfetta.
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