Recensione su Into the Wild - Nelle terre selvagge

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Into the Wild - Nelle terre selvagge
Regia:

Into the Wild / 29 Novembre 2012 in Into the Wild - Nelle terre selvagge

Sean Penn è alla sua quinta regia e terza sceneggiatura, e probabilmente ha già firmato il suo capolavoro in tali sensi. Il film è un viaggio, è una ricerca, è un’intensa riflessione che dura tutti i 142 minuti del film, si evolve ed abbraccia diverse situazioni, fa scivolare la sua profonda filosofia nei cardini delle più profonde domande dell’uomo. Ci espone, con immenso coinvolgimento, quelle che sono state le scelte di Christopher McCandless, scelte forti, nette, coraggiose e radicali. Ne emergono tantissime problematiche, tantissime questioni, ma in particolare quelle della moralità, quelle dell’etica, le lotte contro il lassismo di una società congelata, convinta della sua stasi, auto-condannata a non avere uno scopo. E’ il grido disperato di un ragazzo che fugge per poi tornare, che evita i rumori per ascoltare più in fondo i suggerimenti che gli dona la natura, i mormorii che sente l’esigenza di carpire nella paura di dimenticare, come hanno fatto le persone intorno a lui, il motivo ultimo dell’esistenza umana. Tutto questo è nella pratica a noi presentato tramite un immenso lavoro sentito da tutti, interpreti, tecnici, lavoratori, sgobbini e regista, un’alchimia perfetta del sentire comune. Hirsch è formidabile, ma come lui, tutti gli altri interpreti centrano il loro ruolo. E allora viene da chiedersi: perchè non premiare con il massimo del voto un lavoro così magicamente portato a termine? Forse perchè l’Academy non lo ha premiato? Questo signori è grande cinema.

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