Recensione su Interstellar

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. / 29 Settembre 2017 in Interstellar

Lungometraggio nolaniano con tutti i crismi, non raggiunge minimamente la bellezza di Inception, dove la freddezza del regista si sposava bene con una storia fin da subito incentrata sui sentimenti. Anche Interstellar viaggia su questo binario sentimentale, ma lo fa in maniera caotica, mal riuscita, raffazzonata, mettendo in mezzo un discorso scientifico piuttosto pretestuoso e trattato secondo le necessità di scrittura. Di fatto quindi parlare o non parlare di concetti fisici complessi sarebbe stato la stessa cosa se alla fine la pellicola voleva girare attorno all’amore e agli affetti. Amore che viene ridicolizzato in uno scambio di battute piuttosto brutto tra i due protagonisti. I dialoghi infatti sono abbastanza smorti, didascalici, per nulla profondi, seppur gli attori tutti siano abbastanza bravi. La commozione sorge come naturale reazione empatica a fronte di una storia che in fin dei conti parla di padri e figli e più in generale di relazioni umane da salvare assieme all’umanità tutta. Ma il risultato è comunque molto poco incisivo, il coinvolgimento emotivo, almeno da parte mia, è stato minimo. Bellissime ovviamente le scenografie, gli effetti speciali, le musiche di Zimmer, l’estetica generale del film, cosa che Nolan non sbaglia mai. Quindi in definitiva, premesse e spunti di riflessioni molto interessanti, sviluppati malamente nel tentativo di fare quadrare i dettagli tecnico-scientifici dentro una storia che più semplicemente poteva fare a meno di velleità scientifiche, buttandosi completamente sul nocciolo umano e affettivo, un po’ come avrebbe forse fatto Spielberg se avesse, come in origine previsto, diretto il film.

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