Recensione su Interstellar

/ 20147.81002 voti

7 Gennaio 2015

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Genere: film che a un certo punto boh. Però figo. Cooper è un nolente agricoltore nelle sterminate campagne americane, in un futuro fra un po’, con una piaga che fa morire tutto tranne il mais e l’umanità mica tanto sicura di farcela. La società, e i suoi centri di potere, sono disgregati. Ha due figli, uno scemo che sarà un ottimo agricoltore (c’è del razzismo qui!) e Murph. Murph si chiama così dalla legge di Murphy, per cui è naturalmente persona ottimista. Cooper e Murph trovano che la NASA esiste ancora, sta in un buco per terra e vuole trasferire l’umanità. It sucks here! Coop parte insieme a una gnocca raccomandata (Hathaway), il sempre necessario nigga che muore non per primo ma neppure per ultimo (e nessuno dice una parolaccia), altri personaggi irrilevanti destinati a eliminazione uno per uno, per esplorare tramite buchi e wormholes lo spazio e trovare pianeti abitabili. C’è un pianeta ricoperto d’acqua e con onde alte palazzi. E qui mi immaginavo lo stesso film ma molto più tamarro e fatto con Vin Diesel, e la tentazione fortissima di far sfuggire la navicella facendole fare surf nel tubo dell’onda gigante. Ma Matthew ormai è un attore da oscar, e non un tamarro. C’è Micheal Caine, che le sbarbine non lo sanno ma aveva fatto Alfie molto prima di Jude Law. Ci sono infine due robot, TARS e CASE, che spaccano e vanno dritti tra i robot della fantascienza più riusciti e vogliamo una serie tv solo con loro. Tanto io le serie tv manco le guardo. Dopo la prima parte di stampo apocalittico e famigliare, parte la danza nello spazio, la galleria dei mondi e il sonno controllato, i paradossi temporali con qualcuno che invecchia e qualcuno no, il susseguirsi delle vicende sul doppio binario spazio/terra. Incontri e scontri tra personaggi, tutti a sgomitarsi “hai visto quanto è stronzo Matt Bolso Damon?”, si arriva al punto in cui Cooper sta per morire ma.. ma… ma…. buca il tempo e si ritrova al di là, e scopre di essere lui che ha dato il via a tutto, lui è “Loro” e forse anche un po’ noi, indicando a Murph dove andare per la NASA. Ma questo spazio fuor da tutto dove finisce non ha granché del senso di trascendente che riempiva invece il finale di 2001, il riferimento. Per cui c’è una spiegazione che non spiega, che chi non la capisce accetta per sfinimento e perché uao, e chi la capisce ti dice che no, scientificamente tsktsk alzando il ditino. Personalmente poi, mi stanno venendo un po’ a noia i film multilivello, e multicomplessi. Tanto alla fine sempre tutto ricorsivo è. Ma temo che la corsa al superamento del livello precedente, quella a cui Nolan partecipa e occorre rendergliene merito, non permetta altro.

5 commenti

  1. Stefania / 7 Gennaio 2015

    “(…)c’è una spiegazione che non spiega, che chi non la capisce accetta per sfinimento e perché uao, e chi la capisce ti dice che no, scientificamente tsktsk alzando il ditino”: rotolo, hai riassunto benissimo mesi di diatribe con un ditino ed un “uao” 😀

  2. Sgannix / 7 Gennaio 2015

    Recensione perfetta, avrei cambiato “nolente” con “nolante”, ma forse era troppo tragic e poco comix.

  3. tragicomix / 8 Gennaio 2015

    @stefania ma perché è proprio quel tipo di discussioni tra fisica e metafisica (!) in cui impelagarsi mi sembra inutile 😀
    @sgannix avrei dovuto metterla, mi rattristo di non averci pensato 🙁

    • Stefania / 9 Gennaio 2015

      @tragicomix: io sono una che, se è in vena, fa le pulci ad un film fino allo sfinimento, ma i film di fantascienza… Se anche la fantascienza deve essere plausibile e corretta al 100%, addio… che gusto (cinematografico) c’è? 🙂

  4. hartman / 13 Aprile 2015

    Sei un grande (anche se mi vedo tra quelli col ditino 🙂 )

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