Troppo tardi per ieri. Troppo presto per domani / 21 Giugno 2016 in Insomnia
Will Dormer ( Al Pacino) è un detective che ha sempre svolto la sua professione con grande abilità e indubbia moralità. Eppure sembra avere qualche scheletro nell’armadio. Il suo collega che lavora a fianco a fianco con lui sta facendo qualcosa che può mettere in difficoltà la sua intera carriera, e far riaprire tutti i casi che ha seguito. Entrambi si trovano in Alaska, a indagare sull’omicidio di una ragazza. Ed ecco che mentre inseguono il presunto assassino (interpretato da Robin Williams) Will spara contro un uomo, che non riesce a vedere bene tra la nebbia. Quest’uomo però si rivela essere il suo collega, che muore terrorizzato alla vista del suo assassino. E per Will comincia l’odissea. Chiude a chiave la sua camera, abbassa le tapparelle, le sigilla con il nastro isolante, ma la luce filtra comunque. Anche di notte, la stessa notte-non-notte che non lo lascia dormire. Ufficialmente la colpa va all’assassino della ragazza, Walter, che però ha visto tutto, e sa di poter ricattare Will. E lo fa . E lo fa in una maniera pacata, tranquilla. Pensando che facendogli notare quanto sono simili, quanto sono assassini quasi per caso, per errore. Condividono la stessa insonnia. Walter non sapeva che avrebbe ucciso quella ragazza, ma l’ha fatto. E ora sembra quasi consolato dal fatto che ci sia qualcun’altra che come lui perde sonno e ragione per lo stesso motivo. Will invece non lo sa nemmeno se lo ha fatto apposta. Non lo sa se è veramente colpevole e lo tortura il fatto che non lo saprà mai. Si sta chiedendo se mente a sé stesso quando riflette sui suoi ricordi. Si trova in un eterno limbo, nella peggiora ora della notte, quando è troppo tardi per andare dormire, e troppo presto per aspettare domani. Quasi come bloccato tra ciò che il bene non è e ciò che il male finge di essere. E questo il film sporco, cattivo che vive di immagini silenziose lo rappresenta con grande maestria. Ed è perennemente offuscato da luce e nebbia. E quando c’è troppa luce si sà, si vede meno che nell’oscurità. E soprattutto si dorme meno.

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