Sfuggente. / 9 Febbraio 2014 in A proposito di Davis
C’è qualcosa di questo film che mi sfugge.
La circolarità della storia, forse, mi aliena dal senso più profondo del vagare senza alcun apparente costrutto di Llewyn.
L’ingiustizia nei confronti del suo talento, forse, mi rattrista, ma non apprezzo neppure il suo parassitismo, la sua figura di martire artistico.
La ricerca della “curiosità”, perpetrata a più riprese (vedi il personaggio interpretato dal mastodontico Goodman, per esempio) e supportata da un turpiloquio gratuito che non conoscevo ai Coen in questa misura, forse, non mi ha incantata (ho trovato comunque divertente il fatto che la sorella del protagonista sottolineasse questo particolare, redarguendo Llewyn circa le sue espressioni troppo colorite).
Non ho compreso la funzione della fotografia desaturata, se non finalizzata ad un semplice vezzo estetico. Né ho afferrato completamente il “valore” della figura avvolta nell’ombra che apre e chiude il film.
Di questa pellicola, a caldo, mi resta quindi ben poco: alcune facce azzeccate (la segretaria del discografico, per esempio), Oscar Isaac decisamente interessante (prima d’ora, per me, era un perfetto sconosciuto, anche se ha recitato in pellicole che ho già visto), un gatto (o più gatti, non ho verificato) meraviglioso e, se piace il genere (e a me non dispiace) il folk a stelle e strisce, è ben rappresentato da una serie di brani dal testo dolente e da una melodia orecchiabile.
Cosa hanno voluto dire i Coen, stavolta? Cosa?
L’irresolutezza dei tentativi “duri e puri” del protagonista, pur essendo ammirevoli (la scena del provino con Bud Grossman è particolarmente significativa), non lo riscattano (ai miei occhi) da una certa abulia, per cui non sono stata intrigata, incuriosita o interessata dalle sue vicende.
Se dovessi dividere un’ideale lavagna in “Coen Buoni e Coen Cattivi “, purtroppo, questo film accompagnerebbe nella colonna di destra, seppur con un certo distacco, A serious man.
P.s.: il gatto si chiama Ulisse come il protagonista di Fratello, dove sei?, anch’egli interprete folk come Llewyn, e vive anche lui una piccola Odissea. Ma tu guarda l’autoreferenzialità.
P.s.2: il proprietario del Gaslight si chiama Pappi Corsicato. Ancora un po’ e casco dalla poltrona.

Ti sei confusa, il film che citi è A Serious Man, che (secondo me) come questo e Burn After Reading è uno di quei film “minori” dei Coen. Io le considero quasi delle opere girate per divertimento, che si risolvono tutte in un bel nulla di fatto, comunque li trovo sempre film piacevoli. Per me il loro peggiore è Ladykillers (tra l’altro molto più volgare di questo, il tizio di Scary Movie con tutte le sue volgarità facilone è la cosa meno coeniana e stonata della storia dei due fratelli).
@michidark: ho scritto “single”, vero? Adesso correggo, grazie mille. Lapsus di non so cosa… Oh, Ladykillers: lasciamo perdere quell’obbrobrio, avevo dimenticato che anche quello è dei Coen.
Il “nulla di fatto” è una costante della loro produzione, ma ce n’è di almeno due tipi e questo è quello che sopporto meno. Sto pensando e ripensando al film, solo ora sto leggendo con attenzione recensioni e commenti in Rete e… nulla, non c’è nulla che mi aiuti a capire cosa può essermi sfuggito di rilevante per non aver compreso quello che, da più parti, sento definire come un grande film 🙁
Mmmm. No grande film neanche per sogno. A me non è dispiaciuto, gli darei un 6,5. Niente di nuovo per i Coen, hanno pure rispolverato il gatto di Ladykillers 😉
@michidark: hai presente i “titoli” dei giornali che compaiono nei trailer? Solitamente, non presto loro attenzione, lasciano il tempo che trovano, spesso sono estrapolati da contesti articolati e non li prendo in considerazione, ma mi stanno saltando agli occhi insistentemente cose come “I Coen al loro massimo splendore”, “Uno dei titoli migliori della stagione”. Meh, non zò…
Vado a vederlo stasera. E spero di trovare la sala della multisala, mi si scusi il giro di parole, il più vuota possibile e senza rompimenti di palle di rumori, di telefonini accesi, squillanti o illuminati a riprendere il film… che dio me la mandi buona 🙂
Sono gattofila e quindi parto avvantaggiata per la visione di questo film, per il resto ci aggiorneremo post-visione!
@Stefania, l’ho visto: mi son cadute le braccia e non aggiungo altro.
@suzycrash: ops… :p Cosa non ti ha convinto, in particolare?
@Stefania. Mea culpa: per questa volta e quindi per questo film, son venuta meno alla mia regola, che è quella di non vedere mai il trailer, né tantomeno leggere anticipatamente le recensioni. E così mi son “fregata”: ho letto con attenzioni svariati commenti (di critici e di semplici appassionati cinefili), quasi tutti positivi… E così mi sono stracaricata di aspettative. Inoltre mi son lasciata sedurre anche dal fatto che nel film ci fosse, ci sia, c’è e ci sarà un gatto e per una gattofila come me, come si fa a lasciarsi scappare un’occasione simile? E poi, bis mea culpa, a me la musica folk mi irrita e l’unica mia scusante è che non avevo idea che ce ne fosse in quantità industriale!
E’ un film debole, noioso, inespresso, indeciso. Non emerge mai, il protagonista non buca lo schermo e a più riprese avrei voluto prendere quella chitarra e spaccargliela in testa 🙂 Salvo, ma che te lo dico a fa’, solo il gatto 🙂
@suzycrash: anch’io sono di parte e salvo il gatto 😀
Scherzi a parte, sono consapevole di una cosa: per scarsa simpatia nei confronti del protagonista, sono pressoché volutamente rimasta in superficie. Ho voluto vedere il film per “come si presentava”, volendone cogliere praticamente solo il solo lato narrativo. E quello, secondo me, funziona davvero poco. Che il film sia pregno di simboli e metafore non lo nego, ma non mi hanno incuriosita: volevo una storia e non l’ho trovata.
@Stefania, a proposito: ti viene in mente qualche altro film dove ci sia un gatto? Mo’ m’è partita ‘sta voglia 🙂
@suzycrash: di primo acchito, mi vengono in mente:
Colazione da Tiffany (ovviamente, quando Llewys, rincorrendo per le scale il gatto, guarda caso di pelo rosso come quello di Holly, lo chiama (giustamente): “Gatto!”, ho pensato al film di Edwards 😉 );
Il gatto venuto dallo spazio della Disney, con un siamese bellissimo:
Una strega in Paradiso con Kim Novak e il gatto Cagliostro;
L’impiegato di Gianni Puccini, con Nino Manfredi e il gatto Romoletto;
Ti presento i miei con il noto Sfigatto;
Stuart Little con un gatto bianco cattivissimo (doppiato da Bonolis…).
Per ora, non me ne vengono in mente altri in cui ci siano gatti (veri) protagonisti (che non facciano una brutta fine…), ma mai dire mai 😉
wooooww! Merci: c’è qualcuno che non ho ancora mai visto 🙂
In Bad Boy Bubby c’è un gatto, ma se li ami molto potresti rimanere shockata per tutta la vita.
@suzycrash
@michidark: anche in Gummo. Infatti, non ho il coraggio di vedere né l’uno, né l’altro. Per ora, perlomeno.
Gummo è una vera e propria carneficina. Ho fatto fatica pure io, che preferisco i cani. 😉
@michidark, grazie per la segnalazione, soprattutto nella seconda parte 🙂
e visto che ormai m’è partito il vedi gatto-film, ho pescato su youtube questo video di film riadattati e: troppo ganzo 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=1NZ-RxFjLBI#t=34
Accidenti, @stefania
In un certo senso mi è dispiaciuto il dispiacermi del film. Mi aspettavo un bel film, invece mi ha deluso molto.
Devo dire che non capivo cosa non mi aveva colpito, è un film di mer*a ? Eh ma, mi chiedevo, è mai possibile che due geni che fanno il grande lebowski, poi girano un film di mer*a ?
Poi, la risposta l’ho trovata proprio leggendo la tua recensione.
In verità, è più una “mezza risposta”…è un film simile, abbastanza simile, ad a serious man e forse è questo il problema…come avevo trovato ripugnante quello, ecco che me ne trovo un altro. Anche se considero questo comunque superiore.
Io ho apprezzato molto le canzoni e la fotografia, per il resto non ci ho capito niente e l’ho trovato un film di cacca.
E’ sicuramente colpa mia, che non so apprezzare film come questi, però la maggior parte di quelli dei Coen li ho sempre amati…questi qui non è proprio malissimo, il punto è che mi aspettavo di più, accidenti.
Che delusione….
P.S. però, secondo me, rivedendolo potrebbe anche cambiare qualcosa, perché di primo acchito può sfuggire qualcosa, che invece poi emerge dopo…anche con altri film dei Coen mi è capitato di rivalutarli rivedendoli, quindi appena possibile lo revisionerò. 🙂
@alex10: anch’io ho la vaga impressione che una seconda visione potrebbe farmi apprezzare alcuni aspetti del film che, adesso, ho più o meno volutamente ignorato.
Comunque, esulando anche dal film dei Coen, e questo è un “approccio” personale al cinema quindi potrebbe valere solo per la sottoscritta, secondo me non esistono artisti infallibili 🙂