Recensione su Inland Empire

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Merda d’artista / 29 Aprile 2020 in Inland Empire

David Lynch crede che creare situazioni strane e grottesche con frasi sconnesse, sovrapposizioni di immagini, luci a intermittenza e delle urla bastino per creare una qualche forma di arte. Ma a crederlo è lui o sono i suoi fan? Dubbio Lynchiano.

Comunque sia sono stanco di questo David Lynch che con la scusa dell’onirico (parola stra abusata nei forum dove lo si analizza e lo si osanna) infila un accozzaglia di roba senza alcuna logica, giustificando il tutto come fosse un sogno, un incubo o riflesso dell’inconscio; così facendo la gente non capendo nulla di ciò che sta succedendo e sentendo questi termini filosofico-psicologici pur di non passare per ignoranti e sentirsi dire “Va a guardarti i cinepanettoni”, allora gridano all’arte, al visionario al “Vai TU a guardarti i cinepanettoni”. Perché il fandom di Lynch si riduce a questo, a frasi come “Lynch non è per tutti” o “Chi non apprezza Lynch si merita i cinepanettoni e i cinecomics”. Tipiche frasi da pseudo-intelletuali arroganti e spocchiosi.

Comunque sia, Inland Empire è uno dei peggiori film che abbia mai visto. Girato coi piedi e con una fotografia degna della peggiore telenovelas argentina. Gli attori feticcio che ci hanno messo la faccia recitano pure male e altro non sono che un illusione che il prodotto possa essere di qualità e che Lynch adopera come uno scudo per potersi difendere da eventuali critiche. Osereste mai criticare un David Lynch che si ripara dietro Laura Dern, Harry Dean Stanton, Jeremy Irons, Justin Theroux e Grace Zabriskie? Quale critico folle oserebbe fare una simil pazzia?
E la sceneggiatura? Totalmente assente. I dialoghi sono composti dalle solite frasi sconnesse e senza senso che ormai caratterizzano le opere di Lynch, buttate là per creare mistero e ansia in uno spettatore spaesato e confuso che non capisce cosa stia succedendo, cercando così di ricavare un qualche senso da eventuali simbolismi e metafore da quei costrutti verbali scriteriati.

Per me la chiave di lettura è solo una: Lynch ci ha voluto dimostrare che un film avanguardista e visionario potrebbe farlo chiunque. Basta prendere in mano una videocamera semi-professionale Sony PD-150 (come quella usata in questo film) e girare quello che ti passa per la mente. Inserisci qualche frase sconnessa in un contesto senza senso con qualche sovrapposizione con ancora meno senso, ed ecco che avrai un film d’avanguardia e d’autore, con mille chiavi di lettura per i quali un fandom di pseudo-intellettuali si scervellerà nei forum formulando analisi complesse, pronti ad osannarti per questo. Ma il problema reale è che se lo avesse fatto qualcun’altro, se Lynch avesse usato un nome fittizio per quest’opera, la gente lo avrebbe demolito e bollato come ciarlataneria di un folle presuntuoso e senza criterio. Ma se sei David Lynch è completamente diverso. Lynch è ormai diventato un marchio cinefilo di fabbrica, perché anche nel cinema ahimè ci sono delle marche come nella moda da sfoggiare e di cui vantarsi con i comuni mortali che guardano robaccia commerciale.

In The Elephant Man – esempio di grande cinema del Lynch del passato – John Merrick diceva: “La gente odia ciò che non riesce a capire”. Questo forse se sei un uomo deforme, ma non se sei David Lynch, perché in quel caso “La gente ama ciò che non riesce a capire”. Il pubblico di Lynch è fatto così, fin troppo accondiscendente e servile nei suoi riguardi, con un ego fragile ma narcisista, per nulla critico ed obiettivo. Qualsiasi cosa egli produca è visionario ed è arte. Beh per me Inland Empire è me**a d’artista, come quella inscatolata da Piero Manzoni, dimostrazione che non è tanto importante ciò che si fa, ma chi lo fa.

Voto: 1

1 commento

  1. TraianosLive / 30 Aprile 2020

    @Davide da fan sfegatato di Lynch ti posso dire che mi trovi d’accordo su diversi punti. E’ assolutamente vero che questo film viva di luce riflessa. Se non fosse di Lynch verrebbe bollato come prodotto amatoriale di nessun interesse.

    Inland Empire non mi è piaciuto quasi per nulla. L’unica cosa che ho apprezzato è che si tratta di un film dove Lynch emerge prepotentemente perché non diluito dai mezzi tecnici…è Lynch grezzo, nudo, ed ‘è ancora riconoscibile. Più che Inland Empire mi è piaciuto Rabbits

    Confermo che molti si fanno piacere dei film a forza in quanto vivono un senso di inadeguatezza nel non aver apprezzato un opera considerata di valore. Personalmente non mi faccio problemi a bocciare pubblicamente film che non ho apprezzato. Un esempio? Stravedo per Lynch e lo considero uno degli artisti più rivoluzionari e geniali del nostro tempo…detto questo Dune e Inland Empire non mi piacciono e strade perdute lo apprezzo moderatamente. Se qualcuno non è d’accordo con me pazienza ma essere accondiscendenti solo per amore è da fanatici.

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