Inland Empire

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Inland Empire

L'attrice hollywoodiana Nikki Grace viene scelta per il remake di un vecchio film polacco, mai finito a causa dell'uccisione dei due attori principali, per mano del marito geloso della protagonista. Questa rivelazione innesca un processo di dissociazione che porta Nikki a perdere il contatto con la realtà e con la propria identità.
mandelbrot ha scritto questa trama

Titolo Originale: Inland Empire
Attori principali: Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux, Harry Dean Stanton, Karolina Gruszka, Peter J. Lucas, Krzysztof Majchrzak, Jan Hencz, Grace Zabriskie, William H. Macy, Ian Abercrombie, Amanda Foreman, Cameron Daddo, Neil Dickson, Diane Ladd, Stanislaw Kazimierz Cybulski, Henryka Cybulski, Julia Ormond, Jordan Ladd, Terryn Westbrook, Kristen Kerr, Jamie Eifert, Michelle Renea, Mary Steenburgen, Masuimi Max, Robert Charles Hunter, Nastassja Kinski, Laura Harring, Scott Coffey, Naomi Watts, Emily Stofle, Jerry Stahl, John T. Churchill, Phil DeSanti, Chamonix Bosch, Bellina Logan, Sara Glaser, Edward St. George, Jeremy Alter, Melissa Lowndes, Marsha Lewis, Austin Jack Lynch, Jason Weinberg, Heidi Bivens, Scott Andrew Ressler, Kat Turner, Stanley Kamel, Marek Żydowicz, Leon Niemczyk, Tracy Ashton, Dominique Vandenberg, Nick 13, Keith Kjarval, Kris Kane, David Lynch, Wendy Rhodes, Helena Chase, Nae Yuuki, Terry Crews, Karen Baird, Randy Johnson, Duncan K. Fraser, Ewa Jerzykowski, Adam Zdunek, Erik Crary, Khai Dattoli, Michal Korolko, Kazimierz Suwala, Alfredo Ponce, Bryson Lang, Janusz Hetman, Michal Stopowski, Dominiya Grudzka, Pawel Kubisiak, Dominika Biernat, Marcin Brzozowski, Scout Alter, Alexi Yulish, Lou Buchignani, Marek Szmigiel, Józef Zbiróg, Marian Stanisławski, Charlene Harding, Suzete Belouin, Lisa Eaton, Gail Greaves, Joey Altruda, Jay P. Work, William K. McNeil, Carolina Cerisola, Leah Morelli, Michelle Clark, Brandon Reinhardt, Penny Hintz, Monique Cash, Latrina Bolger, Fulani Bahati, Ashley Calloway, Erynn Dickerson, Jovonie Leonard, Jennifer Locke, Mostra tutti

Regia: David Lynch
Sceneggiatura/Autore: David Lynch
Fotografia: David Lynch
Costumi: Heidi Bivens, Karen Baird
Produttore: David Lynch, Marek Żydowicz, Mary Sweeney
Produzione: Polonia, Usa, Francia
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 180 minuti

Dove vedere in streaming Inland Empire

Mi dispiace David!! / 31 Luglio 2023 in Inland Empire

Lynch è incomprensione, é arte, é caos, contornato da visioni oniriche e musiche incantevoli.
Ma questo “Inland” é davvero troppo: 3 ore di cui avrò capito mezz’ora ma restando incantato davanti a tanto delirio.
Mi dispiace David, ho adorato molti tuoi film ma questo no, e rivederlo mi ha confermato che non sempre basta un nome: anche i migliori possono tappare.
Ho letto sul web alcune interpretazioni del film e ne ho trovate di originali, grazie al quale ho capito di più. Ma mai avrei pensato a un film così criptico.
Che ovviamente non rivedrò mai più!
3/10

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Merda d’artista / 29 Aprile 2020 in Inland Empire

David Lynch crede che creare situazioni strane e grottesche con frasi sconnesse, sovrapposizioni di immagini, luci a intermittenza e delle urla bastino per creare una qualche forma di arte. Ma a crederlo è lui o sono i suoi fan? Dubbio Lynchiano.

Comunque sia sono stanco di questo David Lynch che con la scusa dell’onirico (parola stra abusata nei forum dove lo si analizza e lo si osanna) infila un accozzaglia di roba senza alcuna logica, giustificando il tutto come fosse un sogno, un incubo o riflesso dell’inconscio; così facendo la gente non capendo nulla di ciò che sta succedendo e sentendo questi termini filosofico-psicologici pur di non passare per ignoranti e sentirsi dire “Va a guardarti i cinepanettoni”, allora gridano all’arte, al visionario al “Vai TU a guardarti i cinepanettoni”. Perché il fandom di Lynch si riduce a questo, a frasi come “Lynch non è per tutti” o “Chi non apprezza Lynch si merita i cinepanettoni e i cinecomics”. Tipiche frasi da pseudo-intelletuali arroganti e spocchiosi.

Comunque sia, Inland Empire è uno dei peggiori film che abbia mai visto. Girato coi piedi e con una fotografia degna della peggiore telenovelas argentina. Gli attori feticcio che ci hanno messo la faccia recitano pure male e altro non sono che un illusione che il prodotto possa essere di qualità e che Lynch adopera come uno scudo per potersi difendere da eventuali critiche. Osereste mai criticare un David Lynch che si ripara dietro Laura Dern, Harry Dean Stanton, Jeremy Irons, Justin Theroux e Grace Zabriskie? Quale critico folle oserebbe fare una simil pazzia?
E la sceneggiatura? Totalmente assente. I dialoghi sono composti dalle solite frasi sconnesse e senza senso che ormai caratterizzano le opere di Lynch, buttate là per creare mistero e ansia in uno spettatore spaesato e confuso che non capisce cosa stia succedendo, cercando così di ricavare un qualche senso da eventuali simbolismi e metafore da quei costrutti verbali scriteriati.

Per me la chiave di lettura è solo una: Lynch ci ha voluto dimostrare che un film avanguardista e visionario potrebbe farlo chiunque. Basta prendere in mano una videocamera semi-professionale Sony PD-150 (come quella usata in questo film) e girare quello che ti passa per la mente. Inserisci qualche frase sconnessa in un contesto senza senso con qualche sovrapposizione con ancora meno senso, ed ecco che avrai un film d’avanguardia e d’autore, con mille chiavi di lettura per i quali un fandom di pseudo-intellettuali si scervellerà nei forum formulando analisi complesse, pronti ad osannarti per questo. Ma il problema reale è che se lo avesse fatto qualcun’altro, se Lynch avesse usato un nome fittizio per quest’opera, la gente lo avrebbe demolito e bollato come ciarlataneria di un folle presuntuoso e senza criterio. Ma se sei David Lynch è completamente diverso. Lynch è ormai diventato un marchio cinefilo di fabbrica, perché anche nel cinema ahimè ci sono delle marche come nella moda da sfoggiare e di cui vantarsi con i comuni mortali che guardano robaccia commerciale.

In The Elephant Man – esempio di grande cinema del Lynch del passato – John Merrick diceva: “La gente odia ciò che non riesce a capire”. Questo forse se sei un uomo deforme, ma non se sei David Lynch, perché in quel caso “La gente ama ciò che non riesce a capire”. Il pubblico di Lynch è fatto così, fin troppo accondiscendente e servile nei suoi riguardi, con un ego fragile ma narcisista, per nulla critico ed obiettivo. Qualsiasi cosa egli produca è visionario ed è arte. Beh per me Inland Empire è me**a d’artista, come quella inscatolata da Piero Manzoni, dimostrazione che non è tanto importante ciò che si fa, ma chi lo fa.

Voto: 1

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Lynch copia Lynch / 25 Novembre 2017 in Inland Empire

Ne ho lette davvero tante su questo film prima di vederlo.
C’è chi idolatra il genio di Lynch, chi invece ne è uscito stordito da questa esperienza.
La verità, come sempre, sta nel mezzo.
Inland Empire illude lo spettatore di avere una linearità narrativa. Al di là di qualche incomprensibile scena, la prima ora scorre in relazione ad una trama piuttosto conforme.
Vediamo poi intraprendere una strada diversa: realtà e finzione si fondono, disorientando e confondendo, laddove si cerca di dare una connotazione ad alcune scene che si ha difficoltà ad incastonare nel mosaico narrativo.
Molti si sono persi in questa scomposizione. Mi chiedo dunque, senza malizia, cosa stessero pensando o facendo tutti quegli spettatori che si sono crogiolati nel proprio torpore, distraendosi.
Ne convengo che Inland Empire non sia un film di facile lettura, ma mi sorprendo di come si giunga impreparati a questa visione. Di certo, non è il miglior film con cui iniziare a scoprire Lynch. Un’infarinatura è necessaria, anche con altre pellicole definibili “surreali”.
Non credo si sia così sprovveduti. Non penso che richieda chissà quale sforzo o capacità dare un significato, anche personale, al film.
C’è questa necessità di dover capire, di dover dare un senso ad ogni sillaba pronunciata o ad ogni inquadratura. Incaponirsi nella ricerca di una chiave di lettura non permette di apprezzare questa pellicola, né altre.
Dategli voi la vostra interpretazione. Unite voi i tasselli. Trovategli un senso, ma che vi appartenga.

Detto ciò, l’esperienza con Inland Empire rimane comunque confusionaria.
Tre ore non erano strettamente necessarie seppur ho ritenuto che scorressero sorprendentemente bene, soprattutto nel primo terzo del film.
Alcuni frammenti sono anche disturbanti ma mi aspettavo un film che fosse capace di sconvolgermi più di qun’antica realmente abbia in realtà fatto.
La scelta nelle sequenze tenta di dare un approccio amatoriale, con inquadrature talvolta approssimative, sbilenche e con primi piani che sembrano voler inghiottire i volti dei personaggi all’interno della cinepresa.
La pulizia nelle riprese a cui ci aveva abituato Lynch come in Velluto Blu o Lost Highway qui sono riconoscibili soltanto in alcune scene. Il resto si è perso.
Un Lynch irriconoscibile in cui sembra che tenta di copiare sé stesso, ma con un risultato pedissequo rispetto alle esecuzioni passate.
È il suo film più sperimentale, ma anche il più impreciso e dinoccolato.
Un regista che forse ha già offerto tutto ciò che poteva dare al pubblico ma di cui vorremmo avere di più. E lui stesso, in questo tentativo di offrire ancora allo spettatore esperienze ultraterrene, si è smarrito.

Vale dunque la pena impiegare 3 ore del proprio tempo per Inland Empire? Non proprio seppur, per onestà intellettuale, dovreste; non è comunque detto che non troviate un capolavoro in quest’opera. Di certo non è una perdita di tempo.

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Non c’ho capito una fava / 17 Gennaio 2015 in Inland Empire

Se volete sentirvi stupidi per quasi tre ore questo è il film che fa per voi!

Lynch fa una parodia di se stesso / 6 Febbraio 2014 in Inland Empire

Più che un film di Lynch sembra un film scritto e diretto da un regista che si è studiato a memoria le opere del Maestro e ha buttato tutte le buone idee in un calderone, mescolando a caso per 3 ore di puro nulla. 5-6 scene sono fantastiche e angoscianti, ma diluite in così tanto vuoto perdono valore. Peccato.

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